LEONARDO DELFANTI | Verona grazie a Shakespeare è famosa in tutto il mondo. Tanto forte è l’indissolubilità del legame che il festival shakespeariano, ormai da decenni, è divenuta punto di riferimento internazionale per gli appassionati delle opere del Bardo.

Facendo leva su tale tradizione, nel 2021, il Centro di Ricerca Skené dell’Università di Verona ha deciso di lanciare la Shakespeare and the Mediterranean Summer School, iniziativa pensata per valorizzare la ricerca accademica e teatrale in un’ottica multiculturale, multilinguistica e pedagogica.

Tre sono le principali attività che l’organizzazione esplora: una summer school per ricercatori e studenti post-laurea, una per la formazione attoriale e il Verona Shakespeare Fringe Festival in programma dal 23 al 28 Agosto 2022 presso il Teatro Camploy della città scaligera. Tutti e tre gli ambiti sono intrecciati e complementari, e tutti coinvolgono collaborazioni internazionali in cui l’esplorazione delle opere di Shakespeare diventa spunto di discussione e creatività.

Come sottolinea Silvia Bigliazzi, docente presso il dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’università di Verona, l’attualità di Shakespeare sta “nell’alimentare il nostro impegno civico. Molte delle compagnie selezionate riflettono sulle problematiche che Shakespeare sollevò in maniera magistrale e che ancora oggi fanno parte della nostra esperienza diretta”.

Fin dall’antichità classica, il Mediterraneo è stato un terreno fertile per la formazione e la trasformazione culturale, straordinariamente capitalizzato da Shakespeare che nelle sue  opere ne ha rielaborato narrazioni, modelli culturali, teatri, prospettive epistemologiche, e forme di arte visiva e materiale.

In particolare, quest’anno i seminari di formazione riflettono su “La Tempesta”, l’ultima opera di Shakespeare. Temi quali fluidità, simbolismo dell’acqua e funzioni drammatiche sono oggetto della ricerca dei quaranta ragazzi provenienti dalla Guildford School of Acting (GSA) di Londra, il dipartimento d’arte drammatica (FADA) dell’università di Belgrado e diverse regioni italiane.

Lavorando insieme per una settimana, sotto la guida di Andrea Coppone e Jaq Bessell, questi giovani attori in erba hanno l’occasione di imparare e condividere esperienze cruciali per il loro avvenire professionale in un ambiente protetto. “Nel corso del laboratorio” rivela  Jaq Bessell, coordinatrice dell’MA in Acting della GSA, “conduciamo giornalmente gli studenti in lezioni che incorporano musica e movimento d’insieme al lavoro fisico e vocale su estratti selezionati da opere di Shakespeare”.

Quest’anno sono undici le lingue parlate dai partecipanti. Grazie a una routine che vuole coniugare movimento e vocalità, i due pedagoghi puntano a  “trascendere le differenze linguistiche, promuovendo un approccio inclusivo e accessibile sia nelle prove che nella restituzione finale”.
Un’occasione d’incontro e formazione che permette agli allievi di valorizzare le diversità culturali arricchendo il loro bagaglio professionale e umano.