RITA CIRRINCIONE | Prosegue il mio reportage della quarta edizione di Mercurio Festival, svoltosi ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo dal 22 settembre al 2 ottobre, il festival internazionale della scena contemporanea in cui, secondo l’ideazione di Giuseppe Provinzano che ne è il curatore, gli artisti di un’edizione diventano direttori artistici della successiva.

Untold – ph Nayeli Sales

Presentato per la prima volta in Sicilia, dopo l’anteprima a Venezia alla Biennale Teatro 2020, Untold della Compagnia UnterWasser fondata da Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti e Giulia De Canio, è una rivisitazione, meglio un’evoluzione, del teatro d’ombre sia per l’aspetto tecnico che per il contenuto introspettivo. Untold infatti non è solo teatro di figura, quell’artificio atto a creare una realtà illusoria e a stupire il pubblico, ma un linguaggio, un codice da decifrare e da cui fare emergere il non detto, portando alla luce il rimosso che vi si nasconde, in una visione che sembra riprendere il concetto junghiano di ombra.

Anche il disvelamento del meccanismo, messo a nudo sotto gli occhi del pubblico con la proiezione “a vista” di corpi e oggetti, è coerente con il progetto delle tre artiste che temerariamente creano una drammaturgia ad altissimo grado di complessità riuscendo a districarsi con maestria e leggerezza tra innumerevoli plastici, figure ed elementi scenici introdotti nel corso delle spettacolo e le molteplici situazioni e modalità di stare in scena – proiettando e proiettandosi sul telo, stando dentro e fuori la scena, osservando e osservandosi, e facendo interagire in diverse combinazioni ora i loro corpi, ora le forme o gli oggetti.
Il risultato è uno spettacolo raffinato, frutto di un’intensa ricerca, e allo stesso tempo leggero e poetico, un itinerario esistenziale che conduce verso una presa di coscienza. Fondamentale il supporto sonoro delle musiche originali.

Manifesto Transpofágico – ph Nayeli Salas

Attrice, regista, attivista LGBT brasiliana, Renata Carvalho in una tappa del suo tour europeo, ha presentato a Mercurio Manifesto Transpofágico, uno spettacolo tra performance, conferenza e incontro di sensibilizzazione, in cui mescolando storia personale e temi collettivi, racconta la storia del corpo “travesti”, un corpo fatto di ormoni, silicone artificiale e protesi, un corpo in continuo cambiamento, pianificato e costruito pezzo dopo pezzo. Mostrando testimonianze, immagini e cifre attraverso slide proiettate sullo schermo e sul corpo nudo della stessa Cavalho che vi sta davanti, la prima parte di Manifesto Transpofágico è soprattutto un’occasione per denunciare i casi di censura, di violenza e di persecuzione dei travesti, la loro emarginazione e patologizzazione.

Nella seconda parte, rivolgendosi agli spettatori – grazie ad un’amica che fa da interprete – la Cavalho intraprende un dialogo con il pubblico in cui cerca di sondare il grado di conoscenza e di sensibilità rispetto al tema transgender, e di smontare il meccanismo cisgender che assimila l’identità di genere al sesso biologico.

Spettacolo convincente, anzi meritevole, nella prima parte in cui l’artista mettendosi in gioco in prima persona con il suo corpo si propone in modo brillante e autoironico di sfatare cliché e pregiudizi sulle persone transgender; lo è meno, quando si rivolge al pubblico presunto cisgender con toni sottilmente giudicanti nei confronti di chi, ad esempio, confessa di non avere mai invitato trans al pranzo di Natale. Lo diventa ancor meno sul versante della credibilità e della coerenza del progetto quando, passando tra gli spettatori, li invita provocatoriamente a toccare seni e glutei siliconati. Anche dal punto di vista drammaturgico e performativo in questa seconda parte l’esibizione perde verve e ritmo sfilacciandosi sempre più nel finale.

I-sola/e_singolare, plurale – Simona Miraglia

I-sola/e_singolare, plurale, performance site specific per 2 spettatori, è una tappa di un progetto coreografico di Simona Miraglia in collaborazione con l’artista visiva Novella Oliana basato sul concetto di isola come luogo fisico e come spazio simbolico in cui il confine limitato può diventare un’ulteriore possibilità espressiva.
Nel dialogo tra corpo, spazio, la performer inserisce anche lo sguardo del pubblico in processo di co-creazione che cambia ad ogni ripetizione. Gli spettatori che si avvicendano nelle diverse repliche (della durata di 7 minuti), sono invitati a lasciare una traccia dell’esperienza attraverso una (sola) foto scattata nel corso della performance e un breve testo alla fine, producendo un quantità di materiale da elaborare per successive tappe del progetto.

E ancora, tra gli spettacoli di danza visti: Being & Doing di Paola Lattanzi, un assolo intimo, un processo metamorfico, una progressiva messa a nudo in cui la danzatrice sembra chiamare il pubblico a fare da testimone provocando reazioni contrastanti in base al grado di risonanza emotiva suscitata; Col J’am, della compagnia marocchina Maraya Arrouh, una danza che unisce la tradizione berbera con la ricerca coreografica contemporanea, in una suggestiva ibridazione tra il linguaggio del corpo e quello digitale; X, un progetto della coreografa e danzatrice Olimpia Fortuni e della sound artist e live performer Katatonic Silentio, una performance tra corpo e suono, tra musica e danza.

Save the last dance for me – ph Claudia Borgia, Chiara Bruschini

Nella serata finale di Mercurio, Alessandro Sciarroni, Leone d’Oro alla carriera per la danza, presenta Save The Last Dance For Me. Non solo performance ma un progetto di conoscenza e di divulgazione, un’operazione culturale di recupero di una tradizione popolare quasi scomparsa, quella della Polka chinata, riportata in vita quando a ballarla erano rimaste solo cinque persone. Il progetto, infatti, non mira solo a mostrare e fare conoscere questa danza di corteggiamento emiliana risalente ai primi del ‘900 ed eseguita in origine da soli uomini, ma a divulgarla e a salvarla dall’estinzione.
In scena i bravissimi Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini in una performance ipnotica e a tratti acrobatica che, a seguire, hanno condotto un laboratorio aperto sui principali temi coreografici.

Ma il più riuscito degli spettacoli è stato il pubblico di Mercurio, un’entità colorata e in movimento che durante le undici giornate in cui si sono svolti gli eventi (anche sei al giorno), ha inondato i Cantieri fluendo tra i diversi spazi da uno spettacolo a un concerto, da un laboratorio a una proiezione o bevendo una birra seduti davanti a Spazio Franco. Un variegato corpo collettivo formato da semplici spettatori e da addetti ai lavori – attori, danzatori, registi, osservatori, critici e artisti in generale – quasi tutti in cerca di qualcosa di diverso rispetto ai soliti “prodotti”, anche ben definiti e confezionati, e desiderosi di visioni contemporanee, di linguaggi che si contaminano e si imbastardiscono, di rappresentazioni sperimentali anche imperfette e discutibili ma capaci di accendere nuove idee e stimolare il confronto.
Siamo sicuri che tra gli effetti collaterali di Mercurio ci sono nuove collaborazioni e sinergie, nuovi progetti e, chissà, nuovi amori nati sotto lo sguardo dell’onnipresente e instancabile Giuseppe Provinzano, che vigila, connette, coordina, presenta e interviene per risolvere  problemi di ogni genere in una interpretazione estensiva e solida del suo ruolo di curatore anche perché sa che i direttori artistici passano, lui no.

MERCURIO FESTIVAL 2022
Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
22 settembre – 2 ottobre 2022

prodotto da ALTRO e SPAZIO FRANCO con Babel, Crowd Fo(u)ndation, Fat Sounds, Latitudini e Cantieri Culturali alla Zisa;
sostenuto da Ministero della Cultura, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo Regione Siciliana, Assessorato alla Cultura – Comune di Palermo, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale;
in collaborazione con Accademia Belle Arti di Palermo, Teatro Biondo, Institute Culturel Français, Verein Dusseldorf Palermo, Arci Tavola Tonda, Cre. Zi. Plus, Centro Internazionale di Fotografia Letizia Battaglia, Spazio Marceau.