VINCENZO RICCIO | È iniziata con Song, io sono, io suono, io scrivo, io sogno la rassegna Area Nord in Festival, inserita nell’ambito del progetto Affabulazione realizzato dal Comune di Napoli con il contributo del Fondo Unico per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura. Subito la direzione presa dai direttori artistici del Teatro Area Nord, Lello Serao – da Libera Scena Ensemble – e Hilenia De Falco – Interno 5 – è chiara: ridare alla comunità il proprio teatro.

Piscinola è un quartiere periferico di quella Napoli Nord che è «asse strafuttente / terra a svantaggio ‘e gente / fora ‘e vista inesistente» (Enzo Avitabile, Napoli Nord) confinante con la più rinomata Scampia, legate insieme da una forte rinascita culturale operata dalle molte associazioni presenti sul posto, che insieme a Chiaiano costituiscono la Municipalità 8 di Napoli. Mission principale è ribaltare la condizione di emarginati affibbiata ai suoi abitanti e rivalutare il territorio, da sempre penalizzato dai numerosi tabù e preconcetti. Con i suoi principi di empowerment personale che diventa empowerment comunitario, dunque mezzo necessario per una presa di coscienza attiva del singolo e del gruppo, numerosi momenti di Teatro Sociale e di Comunità vengono integrati in maniera organica e sapiente all’interno della ricca programmazione del Festival.

Il Centro MaMu è la prima realtà locale ad affacciarsi sul palco del TAN.

Un momento del laboratorio Song [fonte: Centro MaMu su Facebook]

Così nominato in onore del musicista e cantante piscinolese Mario Musella, il Centro MaMu opera con attività culturali, artistiche, formative, socio-educative e terapeutiche attraverso la Globalità dei Linguaggi, disciplina sociopsicopedagogica ideata nel 1970 dalla docente e musicarterapeuta Stefania Guerra Lisi. Dall’8 al 22 settembre i ragazzi del Centro MaMu hanno incontrato e lavorato con Lino Vairetti e Sasà Priore dello storico gruppo di rock progressivo Osanna e i cantautori Francesco Di Bella (24 Grana), Dario Sansone (Foja) e Gnut in un laboratorio «di musica e globalità dei linguaggi», esplorando le origini della musica e le metodologie del songwriting attraverso il confronto attivo intra e intergenerazionale. Due settimane di musica e condivisione per i giovani della zona (e non), risultati poi il 23 settembre nello spettacolo-concerto Canzoni al vento, una vera e propria festa sul palcoscenico all’aperto nell’Arena del Teatro Area Nord che si apre con uno scenario suggestivo: mentre, in proiezione, Guarda-la-Luna scopre le proprie abilità con l’osso e dà l’avvio all’evoluzione della specie (Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio, 1969), il gruppo intero ne asseconda i suoni con percussioni diverse fino a sfumare nel canto de L’Uomo (Osanna, 1971): «Uomo, uomo, uomo, uomo chi sei tu?». Evolve poi in una rapsodica antologia in cui ogni partecipante, inframmezzato dai brani più famosi dei tre cantautori e (anche) conduttori suddetti, presenta una cover, il proprio inedito o le proprie poesie.

Tuttavia, Song e Canzoni al vento non sono i due unici momenti di TSC presentati dal Teatro Area Nord.

A Scampia, infatti, sorge un’altra realtà culturale fortemente attiva nell’ambito della gastronomia e dell’inclusione sociale. È Chikù, cucina italo-balcanica nata dall’incrocio di Chi rom e… chi no, associazione nata nel 2002 con lo scopo di sposare, riuscendoci, la comunità rom e quella italiana del quartiere, e La Kumpania, impresa sociale nata invece nel 2013 per valorizzare la passione per la cucina di un gruppo di donne del quartiere.

Negli spazi delle Terrazze Chikù (ci troviamo nel Parco Comunale Ciro Esposito, nel cuore verde di Scampia) si è tenuto, dall’11 al 16 settembre, Convivio, laboratorio su teatro e cibo a cura di Qui e Ora residenza teatrale, compagnia al femminile nata in provincia di Bergamo nel 2007 e impegnata nella produzione di spettacoli ospitati in luoghi non (soltanto) teatrali, e la pluripremiata f.pl. – Femminile plurale di Marina Rippa, formatrice e pedagogista teatrale fortemente impegnata in laboratori con e per le donne del quartiere di Forcella e del napoletano in generale. Il risultato del laboratorio – che la Rippa sostiene sempre essere un’«apertura a…» e mai un momento di chiusura – è una babele dialettale e culturale: le tredici donne, bergamasche e napoletane, si alternano nel racconto divertito delle proprie ricette preferite, sapendo coniugare bene comicità e senso estetico. Emerge con dolcezza, come in ogni prodotto targato f.pl., il lavoro che Marina Rippa ha sviluppato sin dagli anni dei suoi studi con il fondatore della psicocinetica Jean Le Boulch, secondo il quale impulso psicologico e movimento si fondono in un’ottica di benessere e consapevolezza di sé volta al miglioramento dell’individuo – la Rippa attinge, inoltre, al metodo Feldenkrais sugli stimoli e le emozioni che un movimento consapevole corretto trasferiscono alla memoria sensoriale del soggetto, al mimo corporeo di Decroux e al lavoro svolto insieme al filosofo del movimento Amos Hetz.

Un momento del laboratorio Convivio [fonte: Monica Riccio, Chi rom e… chi no su Facebook]

Non soltanto il rito del teatro, ma anche quello della tavola. Sabato 15 ottobre, ancora presso Chikù, è andata in scena la cena-spettacolo site-specific Saga salsa, una produzione Qui e ora per la frenetica regia di Aldo Cassano. Fra una portata e l’altra, tre generazioni diverse ripescano eventi passati portando in tavola un pasto fatto di cibo ed emozioni, storie e sapori. Quattro file di tavoli si affacciano sullo spazio adibito a palcoscenico: un tavolo con dei libri, un passapomodoro, una ciotola e un coltello. Sul bancone firmato Chikù alle sue spalle tre grembiuli, pomodori, barattoli di vetro che la nonna e la mamma riempiranno di pomodoro passato durante il proprio monologo, e carta da cucina. I commensali arrivano e prendono posto, accolti e accompagnati dalle gentili volontarie della casa: l’aria è quella del banchetto preparato in onore di una grande festa condominiale. Si versa il primo calice di vino quando dalle cucine compaiono le tre figure che animeranno questa comunione. L’attenzione è catturata: cala il silenzio.

Slurp, glu-glu, burp. Le tre attrici indossano il grembiule mentre si lanciano subito in uno spigliato madrigale fatto dei suoni del corpo resi in maniera onomatopeica. Si è in un universo al femminile denso, matriarcale e fortemente ironico, nel quale il pugno fermo è tenuto dalla nonna (Laura Valli) che distribuisce libri in sala perché sin da giovane ha scoperto la necessità e il piacere di un doppio nutrimento («panem et libris», recita); la madre (Francesca Albanese) è timorosa e preoccupata riguardo ai progetti della figlia, ma si lascia andare ai felici ricordi col marito su un tavolo che è stato scenografia della sua vita, insieme letto di nascita (la sua) e letto di morte (quella del padre); la figlia (Silvia Baldini, anche attenta dramaturg della pièce), solare e ammiccante, vorrebbe vendere il ristorante di famiglia a una multinazionale che rinnoverebbe completamente il posto adattandolo al gusto corrente.

Saga Salsa [Laura Valli, Francesca Albanese, Silvia Baldini, fonte: Qui e Ora residenza teatrale]

Tra un ricco antipasto, un corposo ragù di carne, vino e dolci, la performance va avanti per assoli ricchi di malinconica ironia in cui ogni personaggio racconta il proprio passato, e intermezzi comici corali fatti di lazzi, corse tra i tavoli, danze (Viva la pappa col pomodoro parodiata nella coreografia alla maniera di Say A Little Prayer) e interazioni col pubblico (un tango, ad esempio, che la nonna intrattiene sulle note di Quizás, Quizás, Quizás con il primo commensale capitato a tiro). I personaggi sono mantenuti per tutta la durata dell’esperienza; la fantasia si mescola con la realtà anche negli intermezzi vuoti quando è ora di sfilare tra i tavoli servendo le portate insieme alle volontarie della cucina.

Perno principale di tutta la questio è il rinnovamento che la giovane figlia vorrebbe apportare al locale, quasi indifferente della storica tradizione generazionale. Tuttavia, dopo una corsa sfrenata tra lanci e acchiappi del telefono cellulare, oggetto-simbolo della giovane che passa di mano in mano anche tra gli astanti incalzati alla partecipazione attiva, le tre si ritrovano in un duello in cui l’arma è impugnata finalmente dalla vigile nonna-matrona e dunque gettata all’interno del passapomodoro. Presa coscienza dell’importanza che le due attribuiscono al luogo così com’è, la figlia riconosce e ammette la validità delle sue origini e i valori della sua famiglia, contribuendo alla distruzione del cellulare. Soltanto adesso, riappacificate, continuano la lunga tradizione familiare e impugnano insieme l’utensile al centro del tavolo per la preparazione della salsa di pomodoro.

È interessante vedere quanto uno spettacolo site-specific diventi poi un lavoro di TSC fatto direttamente sullo spettatore, che magari è venuto a godersi l’esperienza senza conoscere chi gli è seduto accanto. La presentazione con l’altro, lo scambio di aneddoti e il vino versato con piacere nel bicchiere del vicino, la condivisione dello stesso momento – che inevitabilmente è momento rituale perché radicato nella tradizione italiana –, non creano certo un senso di comunità già forte (sarebbe impossibile in sole tre ore), ma permette di sicuro l’intrecciarsi di una rete di esperienze diverse che pone le basi per la costruzione di quel tele di cui parlava Jacob Levi Moreno, ossia di quella energia (positiva o negativa che sia) che regola la relazione tra gli individui e che è fondamentale all’interno di un gruppo sociale, per il suo sostentamento, la sua crescita e la sua rivalutazione.

 

Gli appuntamenti di Area Nord in Festival continuano fino a dicembre, prima della partenza (a gennaio) della nuova stagione del Teatro Area Nord #ConfiniAperti.

 

SONG, IO SONO, IO SUONO, IO SCRIVO, IO SOGNO
Laboratorio di musica e globalità dei linguaggi
a cura di AreaLive e Centro MaMu
docenti Lino Vairetti e Sasà Priore (Osanna), Francesco Di Bella, Dario Sansone, Gnut

CANZONI AL VENTO
Francesco Di Bella, Dario Sansone e Gnut in concerto
opening Gli allievi del laboratorio Song, io sono, io suono, io scrivo, io sogno

CONVIVIO
Laboratorio su teatro e cibo
a cura di Qui e Ora residenza teatrale e f.pl. – Femminile plurale
in collaborazione con Chi rom e… chi no, Dream Team Donne in Rete e La Kumpania

SAGA SALSA
con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
regia Aldo Cassano
dramaturg Silvia Baldini
produzione Qui e Ora residenza teatrale