VINCENZO RICCIO | Nel miglior segno del nouveau cirque e dell’utopia dell’attore di circo, nata a cavallo degli anni ’90 nella Francia del nuovo Cnac guidato da Bernard Turin (Centre National des Arts du Cirque, la prima scuola occidentale pubblica di circo), la dicotomia circo/teatro converge nell’unione spettacolare teatro-circo, nel segno anzi di un circo di regia fatto da attori acrobati, attori giocolieri, attori contorsionisti (e via dicendo) che superano la mera esibizione del proprio virtuosismo per approdare all’interpretazione, forti di una drammaturgia interdisciplinare volta a dettare il ritmo dell’intera performance, o sequenze di performance, e a coinvolgere anche intellettualmente lo spettatore.

Danza, musica e teatro si fondono perfettamente in una sincrasi dall’elevato gusto estetico e poetico. L’universo magico del Cirque du Soleil, la malinconia della Strada (1954) e la spregiudicatezza dei Clowns (1970) felliniani sposano, con il Teatro nelle Foglie approdato con il suo chapiteau a Piscinola per Area Nord in Festival, la macabra surrealtà di Kafka e la suadenza nevrotica di Pina Bausch. Installato il tendone in una sezione adiacente al Teatro Area Nord all’interno del Centro Polifunzionale di Piscinola e Marianella (VIII Municipalità di Napoli), la compagnia ha presentato tre spettacoli – Ballata d’autunno il 9, La dolce follia il 16 e Kairòs il 20 ottobre –, oltre ad essere stata in residenza dal 10 al 22 per la creazione di una nuova pièce, Falene, firmata dalla regia di Valeria Puppo, esperta di teatrodanza e già fondatrice e performer della compagnia Joujoux Folies. Falene è una favola distopica che al centro pone l’uomo che «ha perso contatto con il proprio corpo, preferendo una vita solitaria nella realtà virtuale»; la luce che attrae l’uomo-falena e che trasforma Gregor Samsa in scarafaggio è, chiaramente, quella dei display che ci circondano, in una forte critica all’ipertecnologico mondo che viviamo e che, tuttavia, continuiamo ad alimentare.

Con il progetto Residenze Artistiche avviato nel 2015, infatti, Teatri Associati di Napoli, rappresentato dalle anime lungimiranti di Lello Serao Hilenia De Falco, è – insieme al COS di Salerno (Consorzio Operatori dello Spettacolo) – centro eminente in Campania per quanto riguarda la residenza teatrale. La sigla scelta è già di per sé un programma: C.Re.A.Re Campania (Centro di Residenze Artistiche Regionale della Campania) ha sede proprio negli spazi del TAN e mira a un teatro «fondato su quadri di risorse definibili periodicamente, con sana e trasparente gestione delle stesse, con una attenzione permanente verso il ricambio generazionale e che trova non in sé ma nel rapporto con la società la necessità della propria esistenza».

Teatro nelle Foglie si autodefinisce teatro prêt-à-porter. Nasce infatti come centro culturale itinerante, e da cinque anni porta in giro il suo tendone incantando giovani e meno giovani. Marta Finazzi, genovese, conduce sin dai suoi esordi con ImmaginAria, fantasie aeree una ricerca che le permetta di portare la fantasia nella scena del reale. È il 2017 quando incontra Nicolas Benincasa, l’argentino Niño del Retrete, che con il suo Cartoon Toylette gira l’Occidente già dal 2003. Questi due spettacoli, insieme ai tre già citati, costituiscono il pamphlet corpografico del TnF ai quali sta per aggiungersi, appunto, Falene. Il terzo arto di questo corpo vagabondo è quello di Elena Fresch, pordenonese fondatrice della compagnia Nanirossi insieme a Matteo Mazzei, ma non mancano incursioni di artisti circensi o musicisti – come nell’ultimo spettacolo portato a Piscinola – come Sara Accardi, Damian Fiore Giralt, Lucie Vendlova e Marco Meneghel.

Con le sue atmosfere chiaroscure, ombrose e melliflue, Teatro nelle Foglie è un progetto che sa di miele grezzo, pronto a incollare a sé lo spettatore per due settimane, farlo innamorare e poi lasciarlo, con ragione, alla volta di nuove Foglie da calpestare: «Un teatro itinerante», si legge nella loro biografia, «che sorge nel cuore della città, propone il suo piccolo mondo di poesia, e riparte».

In maniera quasi paradossale giunge felice la notizia per la quale non riusciremo ad assistere al primo appuntamento, Ballata d’autunno, in cui teatro d’ombre, mimo, acrobatica aerea, danza, manipolazione e clown sono fusi un unico corpo in un’atmosfera postatomica dai tratti distorti e alterati, anonimi eppure familiari. Tutti i posti disponibili all’interno dello chapiteau sono stati occupati. Piscinola è un quartiere che al teatro dedica poco tempo, se non un tempo pari a zero, essendo abitato da frenetici operai necessariamente mattinieri e frenetiche Madri Coraggio dedite al lavoro e alla famiglia, alle quali servirebbero almeno altre 24 ore all’interno della stessa giornata per provare a compiere un atto d’amore verso sé stesse – com’è atto d’amor proprio l’andare a teatro. Il paradosso è qui: noi siamo gli spettatori fortunati che di tempo per curare la mente col teatro riusciamo a ritagliarcene, e il modo gentile e anche dispiaciuto con cui la De Falco annuncia l’esaurimento dei posti non rattrista. Anzi: Piscinola riempie il proprio teatro ed è una conquista doppia.

Ballata d’autunno [fonte: Teatro nelle Foglie]

Comicità e magia emergono dalla serie di equivoci e peripezie de La dolce follia. In scena una trapezista di fama internazionale (Marta Finazzi) deve combattere contro uno spazio scenico riluttante e avverso: saltano le luci, mancano i tecnici, la radio sprofonda in un loop infinito di cha-cha, fino a incontrare un novello clown sbadato (Nicolas Benincasa) in cerca di lavoro, pronto a sciorinare tutta la sua arte al pubblico che si ritrova difronte. Tra acrobazie aeree e giocolerie, fa da sfondo alla solitudine dei personaggi la paura (soltanto accennata, purtroppo) dei bombardamenti che hanno spazzato via il circo della protagonista.

Una sensazione, questa della solitudine, che emerge anche dal protagonista sognatore di Kairòs (ancora Benincasa), accompagnato dall’intero entourage nei suoi sogni più profondi e distorti. La musica dal vivo nella tastiera dai suoni ora dolci e armonici ora duri e dissonanti asseconda in maniera organica i ritmi e le gesta del protagonista. In scena momenti di giocoleria, teatro d’ombre, acrobatica, clownerie e discipline aeree in una produzione dall’ampio respiro corale che strizza bene l’occhio ai maestri del Surrealismo. Un complesso di classidre di diverse dimensioni a reggere e mescolare il tempo dei sogni e della realtà rappresenta bene il lavoro sulla dilatazione del tempo che la compagnia ha voluto portare in scena in un andiriviieni di sogni dolci e incubi tempestosi, resi scenograficamente grazie all’utilizzo di ombre, macchina da fumo e ventilatori a vista.

Un momento di Kairòs [fonte: Teatro nelle Foglie]

Teatro nelle Foglie ha chiaramente contribuito ad allargare il pubblico del TAN grazie alla sua naturale attrattiva, donando a Serao e De Falco, ma alla comunità tutta, una ventata d’aria fresca, nella speranza che lo stesso pubblico raggiunto non abbandoni poi la platea guadagnata – ancora ricca di appuntamenti gratuiti fino a dicembre – in vista della nuova stagione, Confini Aperti, che partirà a gennaio 2023.


BALLATA D’AUTUNNO
da un’idea originale di Marta Finazzi e Nicolas Benincasa
interpreti Marta Finazzi e Nicolas Benincasa
regia El Niño del Retrete
compagnia Teatro nelle Foglie

LA DOLCE FOLLIA
di e con Marta Finazzi e Nicolas Benincasa
compagnia Teatro nelle Foglie

KAIROS
con Elena Fresch, Marta Finazzi, Sara Accardi, Nicolas Benincasa, Damian Fiore Giralt, Lucie Vendlova e Marco Meneghel
scenografia Nicolas Benincasa
compagnia Teatro nelle Foglie
con il sostegno di IdeAgorà, Performing Lands, Fondazione Cirko Vertigo, Comune di Casola in Lunigiana

FALENE
residenza creativa di circo contemporaneo
a cura di Teatro nelle Foglie
regia Valeria Puppo