RENZO FRANCABANDERA | Sta per tornare e anno dopo anno le cose vengono fatte sempre più in grande, con nuovi palcoscenici e collaborazioni internazionali a premiare i migliori fra i partecipanti: prende il via il 28 settembre a Milano la quinta edizione del festival del teatro Off e delle arti performative Milano Off Fringe Festival, che per due settimane coinvolge la città di Milano e i suoi quartieri con 49 spettacoli190 repliche in 12 diversi spazi e oltre 80 eventi gratuiti tra focus, workshop, incontri, con una grande festa inaugurale il 27 Settembre al Mercato Centrale.
Il calendario è assai fitto, dal giovedì alla domenica (28/29/30 Settembre e 01 Ottobre e poi a seguire 05/06/07/08 Ottobre) con 3 opere al giorno (pomeriggio, preserale e serale) e con orari alternati in ciascuna delle location: Casa Museo Spazio Tadini, Isolacasateatro, Fabbrica di Lampadine, Aprés Coup, Tencitt Cantine piemontesi, Scuola Puecher, WOW Museo del Fumetto, Quarta Parete, Slow Mill, Società Umanitaria, le due sale di Imbonati 11 Art Hub.
Si tratta di un appuntamento che troverà poi riscontro nella seconda metà ottobre dall’altra parte dello stivale, a Catania, come già successo l’anno passato per la prima volta.
La
direzione artistica di Francesca Vitale e Renato Lombardofondatori delle Associazioni culturali Milano OFF e La Memoria del Teatro sta consentendo al festival di crescere e aderire con più coerenza non solo al tessuto cittadino, ma anche ai grandi network internazionali del sistema Fringe.
MiOff rientra infatti nelle attività che il Comune di Milano ha scelto tramite il bando “Milano è viva”, per la valorizzazione dei quartieri e la loro connessione in una rete diffusa, con i patrocini del MIC, della Regione Lombardia e della Fondazione Cariplo e la collaborazione dei Municipi 1, 2, 3, 4, 8, 9.
Un radicamento e una crescita percepiti anche dalle compagnie che si sono candidate per questa edizione. Se il buongiorno si vede dal mattino, sono state un successo già le selezioni, considerando che sono state oltre 150 le compagnie che hanno aderito al bando del MI OFF 23. Gli spettacoli andranno a portare in scena ogni forma di rappresentazione, dal musical alla nuova clownerie, dai monologhi ai divertissement multilingue, includendo anche spettacoli in lingua inglese.
Fra gli spazi coinvolti in eventi del Festival anche il sogno di ogni teatrante italiano, il Piccolo Teatro di Milano, e poi l’Auditorium Cerri e il CAM Garibaldi, dove si svolgerà l’OFF dell’OFF, che consiste nella proposta di spettacoli ed eventi offerti gratuitamente alla città.
Novità di quest’anno sarà poi Il Village, presso il Mercato Centrale  Milano, punto informativo e di incontro tra compagnie, operatori, turisti e dove si svolgono molte iniziative: speed dates, focus, workshop, concerti, eventi e che diventa sede anche della biglietteria centrale, dove sarà possibile quindi acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli. Sempre a Mercato Centrale, il 27 settembre avrà luogo una grande festa per l’apertura del Festival.
Non si può non menzionare il secondo ordine di legami e quindi il beneficio derivante dall’appartenenza di Milano Off al World Fringe, il Network Mondiale dei Fringe, che consente di accrescere anno dopo anno le partnership con importanti Festival internazionali, come Fringe Encore Series, Festival Off d’Avignon, Hollywood Fringe, Prague Fringe, Stockholm Fringe, Civil Disobedience, Gothenburg Fringe, Reikyavik Fringe, Azores Fringe, Colchester Fringe, Thessaloniki Fringe, Richmond Fringe, Dundee Fringe, che diventano partner per repliche e stage dei vincitori: una giuria composta da direttori artistici, producer, critici teatrali darà l’opportunità di portare i migliori spettacoli all’estero.
Coinvolte anche le scuole nel progetto Lo Studente in Giuria e borse di studio per permettere a chi merita di realizzare il proprio sogno. 

Abbiamo intervistato Francesca Vitale, organizzatrice e direttrice con Renato Lombardo del MI OFF.

Francesca, una nuova edizione del Fringe: quali elementi di continuità e quali novità rispetto alle scorse edizioni?

Gli elementi di continuità, che ogni anno cerchiamo di incrementare, quali punti forti del Festival, sono: la partecipazione dei partner stranieri direttori di altri Fringe che possono così valutare gli spettacoli in scena e sceglierli per le trasferte nei loro Festival, gli eventi collaterali e gratuiti e i workshop pensati appositamente per gli artisti. In particolare alcuni Focus sono organizzati per approfondire con specialisti del settore e gli stessi attori protagonisti alcuni argomenti di rilevanza sociale, come la ludopatia e le opportunità di reinserimento sociale per i detenuti. Tra le novità in primis la collaborazione con Mercato Centrale Milano dove si trova il Village di questa edizione. Ancora,  la collaborazione con Zelig per una nuova stand up,  una novità assoluta per il Festival. Alcune cose si confermano e incrementano al tempo stesso, come la collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, che oltre ad ospitare due eventi darà un riconoscimento a uno spettacolo di sua preferenza.

È un Fringe che ormai abbraccia tutta l’Italia, da Milano a Catania. Che tipo di riscontri avete da queste due geografie così distanti?

Sono due città molto diverse, Milano alla quinta edizione (nasce nel 2016 ma si ferma due anni per la pandemia) il Catania alla seconda, ed è stimolante confermare i due Fringe ai poli estremi dello stivale. Milano è una città accogliente ma che offre al tempo stesso un’enorme molteplicità di eventi e proposte. Il Fringe sta sempre più prendendo piede come Festival del teatro indipendente e ci fa piacere rilevare una sempre maggiore partecipazione anche di chi non è un’abitudine del teatro, cosa che è per noi  un obiettivo primario. Catania, a sua volta, è una città esplosiva e il festival sin dalla prima edizione ha suscitato entusiasmo e un passaparola immediato tra la gente.

Che risposta il pubblico? Cosa è possibile dire dopo queste prime edizioni della partecipazione degli spettatori al Fringe?

Quello che ci rende davvero felici è proprio l’apprezzamento del pubblico, che ci riporta impressioni molto positive sugli spettacoli e in particolare sulla loro genuinità e aderenza alla contemporaneità. Sembra quasi di poter dire che la mancanza di un impianto scenografico o di contorno importante, tipica del teatro “IN”, crei un forte coinvolgimento del pubblico e lo avvicini empaticamente agli attori. Va poi detto che nel Fringe gli attori rimangono a contatto con il pubblico anche dopo lo spettacolo, confrontandosi con gli spettatori e condividendo le loro impressioni.

Che riscontri ha avuto il vostro Fringe dalle compagnie? Che tipo di rapporto si è creato e che consigli sentite di voler dare a chi si candida per proporre il suo spettacolo dentro la rassegna?

Le compagnie creano tra loro un legame bellissimo, fatto di solidarietà e di sostegno reciproco. Il festival presta il fianco a questa vibrazione, ad esempio anche con il progetto “ospita un artista”, in cui le famiglie che adottano a casa propria gli artisti fanno il tifo per loro e li accompagnano e sostengono per tutto il Festival. Da parte nostra cerchiamo anno dopo anno di migliorare le condizioni e opportunità che offriamo. Il consiglio che posso dare a chi candida uno spettacolo al MIOFF è quello di capire cosa è veramente un Fringe, anche confrontandosi con gli altri Fringe del mondo. Nel Fringe ci si mette in gioco, umanamente ed economicamente, per ottenerne opportunità di scambi culturali e connessioni che non possono che arricchire e far crescere chi accetta la sfida.