ANNA CRICHIUTTI* | Sono passati circa trent’anni da quando nel 1988 Armando Punzo — regista, drammaturgo e attore, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale 2023 — ha varcato per la prima volta la soglia del carcere di Volterra, riconoscendo in quel luogo di detenzione la possibilità di intervenire su una condizione di prigionia intesa in senso più ampio, presente nel quotidiano di ciascuno: contraddizioni, limiti e paure di cui il penitenziario diventa metafora.

Per la prima volta dal 1988 il Teatro Strehler di Milano ha accolto Punzo e la sua Compagnia della Fortezza sabato 17 e domenica 18 febbraio nel riallestimento di Naturae — la valle della permanenza (qui il link al video integrale dello spettacolo presso le saline di Volterra), l’ultimo capitolo di un percorso artistico durato otto anni e cristallizzato in una serie di spettacoli site-specific concepiti per la realtà geografica ed esistenziale insieme del carcere di Volterra. Un ciclo che ha condotto Punzo e i suoi attori a esplorare le profondità della natura umana attraverso l’opera di Shakespeare e Borges, sfidando l’oscurità tracciata dalla storia letteraria per rivelare e recuperare qualità umane dimenticate, negate e soppresse.
Il lavoro di riscoperta attorno a proprietà umane quali armonia, gioia e letizia ha generato un’opera dall’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, intrisa di citazioni che abbracciano diverse influenze, dal Teatro Immagine degli anni Settanta, alla semplicità scenica di Peter Brook, agli elementi ritualistici del teatro orientale, sorretta dal pensiero del poeta mistico Farîd ad-Din Attâr e dalla visione Sufi dell’uomo in quanto essere in cui bene e male convivono.

Ph Stefano Vaja

Naturae, come tutti gli spettacoli della Fortezza, nasce concepito per uno spazio difficilmente replicabile, il cortile dell’ora d’aria dell’imponente struttura medicea di Volterra. Eppure quest’anno lo spettacolo ha avuto repliche anche a Lajatico, al Teatro del Silenzio di Bocelli e alle celebri Saline di Volterra con un notevole lavoro di riadattamento: l’urgenza non risiede tanto nel concetto di tournée, quanto nel tentativo di affermarsi come arte per sé stessa, liberandosi ancora una volta dalla definizione di teatro sociale che relega l’arte scenica a un ruolo subordinato a qualcos’altro.
Nel riallestimento allo Strehler, la platea a ferro di cavallo attorno alla scena lascia spazio a un’immagine che inevitabilmente si bidimensionalizza, conservandone, però, l’impatto suggestivo, e che incarna l’apparente astrattezza della ricerca artistica della compagnia nella sua dimensione teorica. «L’uomo è fatto per essere felice», sostiene Punzo.
Una distesa di sale proveniente proprio dalle saline di Volterra ricopre l’intero palcoscenico e, sullo sfondo, si staglia una parete/muraglia bianca e nera; sulla sinistra del palco, un pianoforte a coda e una chitarra accompagnano dal vivo il disegno sonoro di Andreino Salvadori, evocando quell’universo interiore del sé dove tutto è stato destrutturato per dare vita a un mondo che si configura in base all’immagine e alla somiglianza di chi lo sta dipingendo davanti al pubblico.
Questo nuovo mondo prende forma sulla scena attraverso entità simboliche concrete, evocate direttamente da Armando Punzo, che, vestito di nero e con uno sguardo luminoso, crea quadri viventi nel foglio a quadretti della sua immaginazione: appaiono libri, vassoi ricolmi di frutta, ombrelli rossi e sfere nere, tappeti e rami, scale rosse a pioli per raggiungere quel pezzo di cielo libero anche se definito dalle mura della fortezza, una gigantesca mano-statua, ampi ventagli e strutture geometriche in legno, ora pesanti, ora leggere.

Ph Stefano Vaja
Ph Stefano Vaja

Poco a poco la scena si anima di figure e personaggi — circa quaranta gli artisti detenuti coinvolti —, colori ed elementi scenici giocosi — frutto della creatività di Alessandro Marzetti e dello stesso Punzo — che chi ha visto gli spettacoli precedenti riconosce e chi non li ha mai visti viene guidato in una loro riscoperta dalla voce registrata di Fabio Valentino. La parola sulla scena, infatti, è quasi del tutto assente, se non proveniente da un altrove, sotto forma di prosa poetica, conducendo gli spettatori nel flusso delle immagini che si succedono sul palco. «Ci è dato sognare sapendo di sognare – recita la voce fuori campo – la nostalgia per una vita non vissuta. Un viaggio nell’Uomo, nelle pene, nelle speranze. Commozione è bellezza che si dispiega. Si può provare gioia? Sì. Come un presente parallelo che ricrea la Vita, spazio di infinite possibilità».

Naturae è un sogno che non attende la sua realizzazione, ma si materializza nel suo stesso svolgersi, qui e ora. Si rivolge «a te che ancora non sei e tutto puoi ancora essere», convocando l’attenzione di «chi crede, [..] chi cerca, [..] chi ha occhi e orecchie sensibili» per seguire l’invito agli «slanci vitali» che la voce-guida richiama. E provare, almeno per una volta, a sostare su quella «linea dell’infinito» oltre la quale si è solo «natura che non ha nome», e vedere che succede. Laddove «l’ombra si ricongiunge alla luce».

NATURAE

regia e drammaturgia Armando Punzo
musiche originali e disegno sonoro Andreino Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’aglio
movimenti Pascale Piscina
direzione organizzativa e cura dei progetti Cinzia de Felice
aiuto regia Laura Cleri
assistente alla regia Alice Toccacieli
disegno luci e coordinamento tecnico Andrea Berselli
sound engineering Alessio Lombardi
capo macchinista Viviana Rella
aiuto scenografo Yuri Punzo
assistente agli allestimenti Luisa Raimondi, Luca dal Pozzo
collaborazione artistica Daniela Mangiacavallo
assistenza ai costumi Sarina Fazio Marta Panciera
coordinamento attività Centro Nazionale Teatro e Carcere Eva Cherici
responsabile amministrativo Elina Pellegrini
responsabile attività formative Marzia Lulleri
segreteria e contabilità Giulia Bigazzi
ufficio stampa Pepitapuntocom, Rossella Gibellini, Anna Maria Manera
foto Stefano Vaja
con Armando Punzo, Andrea Salvadori, Ciro Afeltra, Roberto Agnello, Saverio Barbera, Valentin Bucur, Daniel Chukwuka, Fabrizio Di Pasquale, Paul Andrei Cocian, Antonio Iazzetta, Salvatore Farina, Nicola Bella, Naser Kermeni, Cuka Ismet, Lucio Di Iorio, Armando Di Puoti , Hamadi Rezeg, Luca Matarazzo, Nik Kodra, Urim Laci, Li Jin Jie, Tarek Omezzine, Marian Petru Iosif, Alessandro Ventriglia, Timon Tarantino, Waychey Tony, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Isabella Brogi, Romeo Erdei Bogdan, Fabio Prete, Domenico Prospero, Fabio Valentino, Adrian Saracil, Malaj Mbaresim, Stefano Vezzani, Nezhaj Arion, Paolo Brucci, Francesca Tisano, Elisa Betti, Tommaso Vaja
una produzione Carte Blanche ETS/Compagnia Della Fortezza
con il sostegno di Mic – Ministero della Cultura, Regione Toscana, Fondazione Cassa Di Risparmio Di Volterra, Acri – Associazione Di Fondazioni, e Casse Di Risparmio Spa, Comune Di Volterra, Ministero Della Giustizia Casa Di Reclusione Di Volterra
main sponsor Locatelli Saline Di Volterra

Teatro Strehler, Milano | 17 febbraio 2024

* PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica.