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RENZO FRANCABANDERA | L’esito elettorale è arrivato. Deciso e netto.
La grande saggezza che William Shakespeare ha distillato nelle sue opere ci permette però di dire che tutto era prevedibile, e che in fondo si sono solo avverate alcune delle moltissime e lucide profezie del Bardo.
Innanzitutto quella delle preoccupazioni pre-elettorali di Renzi & C. contenuta nell’Enrico IV Parte seconda: “Uneasy lies the head that wears a crown.” Chi governa ha sempre di che preoccuparsi. E in Italia, dalla caduta del muro di Berlino e dopo il ventennio Berlusconiano, chi governa non è mai stato rieletto, in una folle alternanza alla ricerca del bene pubblico che però nella percezione diffusa è ancora lontano dall’essere vicino.
Probabilmente ineluttabili i destini a sinistra, una sinistra che paga a livello europeo un crollo di consensi attorno ai suoi valori fondanti, di egualitarismo solidale, in un mondo impaurito e schiacciato da migrazioni e movimenti di massa di portata biblica.
Ma il caso italiano forse ha qualche specifica in più, visto che nel tempo il segretario della maggior forza politica si è andato via via “liberando” di tutte le voci di dissenso vicine, di chi lo avvisava di star intraprendendo strade non condivise. Questo ha condotto ad una frammentazione a sinistra che di certo non ha portato bene, visti gli esiti. Riecheggiano le parole del fido servitore Kent al suo Re Lear (1.1.164-167) che lo bandisce dal regno, quando il re abbraccia l’infausto destino delle figlie adulanti piuttosto che la sincera Cordelia:

Credi tu che il rispetto
debba starsene zitto per paura,
quando vede la maestà d’un re
inchinarsi così all’adulazione?
È dell’uomo d’onore parlar chiaro,
quando la maestà si fa follia.
Conserva in mano tua il tuo potere,
e frena, in più maturo tuo consiglio,
questa mostruosa precipitazione.

Invece la precipitazione ha fatto precipitare la situazione. Sotto il 20%. Che parabola quella del leader che solo pochi anni fa aveva sfiorato il 40%, un dato elettorale che a sinistra non si era mai dato. Ma forse è stato proprio quel successo ad ubriacare.  “Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l’amore che dura fa così.” (Romeo e Giulietta)
Forse troppo culto della personalità. Lo scrittore di Stratford aveva ammonito: “Gli unicorni possono essere indotti in inganno per mezzo degli alberi; gli orsi per mezzo degli specchi; gli elefanti per mezzo delle buche; i leoni per mezzo delle reti, e gli uomini, infine, per mezzo dell’adulazione.” (Giulio Cesare)

boschidellemiebrame.jpgE quindi niente, tutto finito, compagni: mentre Riccardo III avrebbe barattato il suo regno per un cavallo, ora i tempi sono cambiati e l’ex segretario del Partito Democratico preferisce gli sport invernali all’equitazione e invece del cavallo pare abbia chiesto lo snowboard per andarsi a consolare.
Poi pare abbia smentito. Ma intanto la rete era piena delle foto di lui pronto a partire per la settimana bianca dopo la mazzata delle urne.

Ma chi ride di tutto questo?
“Ride delle cicatrici colui che non è mai stato ferito”. (Romeo e Giulietta). Non quindi Berlusconi, che già aveva assaggiato l’amaro sapore della polvere e che avevano richiamato, ultra ottantenne in campo, per evitare una deriva lepenista in Italia, ovvero per arginare Salvini. Ma il nuovo modello elettorale lo ha penalizzato e così ride proprio chi di ferite non ne ha assaggiate, ovvero Salvini e i 5 stelle, tutti successivi ai tempi delle ideologie, tutti vergini rispetto alla responsabilità diretta della guida della nazione.
E mentre a sinistra il pianto greco si leva nei palazzi, assai più saggia appare la taciturna e paziente calma berlusconiana, che ricorda molto quanto Shakespeare scrive nell’Otello: “Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.” voller-fuersorge-silvio.jpgD’altronde l’uomo di Arcore, cui la vecchiaia ha magari donato saggezza e che aveva sempre etichettato Grillo come uno stupido comico, venendo a sua volta etichettato come vecchio rincretinito, avrebbe dovuto leggere La dodicesima notte, perché avrebbe appreso senza errore come sarebbe andata a finire: “È meglio un imbecille spiritoso che un savio imbecillito”. Ecco quindi che il trionfo di Grillo anche su Berlusconi era già previsto.
Che devono fare gli elettori delusi? Molti in rete continuano a scrivere post allarmati dicendo che siamo al peggio. Ma anche su questo il grande padre della prosa moderna ammonisce: “Finché possiamo dire: “quest’è il peggio”, vuol dir che il peggio ancora può venire”. (Re Lear). Shakespeare quindi suggerisce di smetterla proprio con questi post di autocommiserazione, minacce di fuga all’estero. Rimboccarsi le mani, sorridere alla sorte e andare avanti. Ogni potere passa.
E passa proprio quanto più si allarga.
“La gloria è simile a un cerchio nell’acqua che va sempre allargandosi, sin quando per il suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla. Glory is like a circle in the water, Which never ceaseth to enlarge itself. Till by broad spreading it disperse to nought. (Enrico VI, atto I, scena 2)
Adesso è il turno di Di Maio, di Salvini? Fin dove sapranno allargarsi, in una politica che accende i suoi cerini e li brucia in pochi mesi? Quanto ai sussulti ultra-religiosi del nuovo leader della destra, che negli ultimi comizi prima delle urne ha fatto ondeggiare il rosario, Shakespeare non pare aver dubbi sul metterci in guardia: “Il diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi.” (Il mercante di Venezia).
131534308-b2148df4-18d1-4014-85c8-c7553b8a4b66.jpgOra brinda su twitter, e Saviano, fra i destinatari del suo brindisi, gli risponde poco elegantemente autocitando un passo della serie TV Gomorra in cui don Pietro Savastano invita un suo adepto ad un sorso di urina.
Cambierà qualcosa con i 5 Stelle? Il poeta non pare crederci più di tanto: “Maestro, vorrei sapere come vivono i pesci nel mare. “Come gli uomini sulla terra: i grandi si mangiano quelli piccoli” (Pericle, Principe di Tiro)

Ma allora, cerchiamo di capire dal drammaturgo con chi cercheranno alleanza Salvini o Di Maio fuori dalle loro cerchie elettorali, essendovi ora costretti?
L’ex segretario del PD l’ha detto: cosa chiedete a noi, dopo averci offesi, dato dei ladri, ecc. Come pretendere ora che ci si allei? Sembrano le parole del Mercante di Venezia: “Se ci pungete, non sanguiniamo, e se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate torto, non ci vendicheremo?”
E il presidente della Repubblica? “Se fare fosse facile quanto sapere ciò che va fatto, le cappelle sarebbero chiese e le catapecchie dei poveri palazzi principeschi. (Il mercante di Venezia)”. Infatti ha dichiarato: non venite a chiedermi di darvi il mandato se non avete i numeri per governare.
Come a dire: inutile vi gloriate di aver vinto, perché qui di certo c’è solo chi ha perso. Ma chi ha vinto dobbiamo ancora capire chi sia.

Come andrà a finire, allora? C’è speranza di un vero nuovo corso della politica o questa fiammata si risolverà in un nulla di fatto?
Sempre dal poco rappresentato ma profetico Enrico IV  Parte 2: Atto 4, Scena 3, ecco che il Bardo già indica la strada ai nuovi governanti, che temiamo possano essere assai simili ai vecchi: “Commetti il più vecchio dei peccati nel più nuovo dei modi.”
Da un lato il nuovo che avanza che non vede l’ora di provare il piacere del potere, dall’altro chi ha perso che attende il momento per potersi vendicare della situazione miserabile in cui è finito. Ma attenzione: “Piacere e vendetta sono più sordi delle bisce alla voce di una decisione giusta”. (Troilo e Cressida)

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Due immagini di questo articolo sono tratte da https://carlohebdo.it  

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