ANTONIO CRETELLA | L’idea di utilizzare una nota influencer per promuovere l’arte rinascimentale degli Uffizi non è poi così campata in aria. La stessa arte del Rinascimento, o almeno una buona parte di essa, rispondeva essa stessa ad esigenze di marketing e di propaganda: nel delicatissimo passaggio storico dal comune alla signoria, quando le famiglie più potenti delle principali città italiane accentrarono nelle proprie mani il potere, l’arte, attraverso la pratica del mecenatismo, cioè la protezione degli artisti, “influenzò” l’opinione pubblica per rendere accettabile agli occhi del popolo quelle che a tutti gli effetti erano dittature. Accanto al sublime delle forme e dei temi, accanto alle innovazioni tecniche e alla nuova visione del mondo coesistevano nell’arte finalità molto più pragmatiche, inscindibili le une dalle altre. Questo aspetto tuttavia, che potrebbe essere uno spunto di riflessione molto proficuo su come alcuni aspetti e funzioni della comunicazione persistano pur nel continuo cambiamento dei mezzi, potrebbe essere compreso solo se alla promozione dei beni culturali si affiancasse una maggiore cura dell’aspetto didattico dell’arte. In un paradosso tipicamente italico, ci si affanna a pubblicizzare musei e beni artistici mentre la Storia dell’Arte viene cancellata dal curricolo di molti indirizzi scolastici, o se ne riducono in modo consistente le ore di insegnamento, senza contare il fatto che nella communis opinion quella dell’artista quasi non è considerata una reale professione. Allo stesso modo, in un paese che punta, assieme all’arte, alla valorizzazione del paesaggio, anche la Geografia subisce la stessa sorte, con analoghe cancellazioni o riduzioni orarie. Viene dunque da domandarsi quanto ampio possa essere l’orizzonte di un’operazione pubblicitaria che sì, avrà la capacità di attirare il pubblico più giovane, ma quanti di questi, al netto di folgorazioni à la Sindrome di Stendhal, andranno solo a farsi un selfie con la Venere di Botticelli alle spalle e nulla più, senza andare oltre l’aspetto emotivo e decorativo dell’arte?