ANTONELLA D’ARCO | “Non c’è niente che non si possa risolvere con uno shaker!” sentenzia Bob, allontanando tutte le ansie del timido, ma fumantino Vincenzo e i dubbi di Walter, estenuato da una vita di menzogne. Il discreto Bob ascolta, da saggio elargisce consigli ed incassa i colpi, mentre segretamente si consuma d’amore per Wilma, la moglie di Vincenzo, l’amante di Walter.

Una storia d’amicizia e di tradimento è quella nata dalla penna di Sara Sole Notarbartolo, che dirige i bravi ed affiatati Andrea de Goyzueta (Bob), Giovanni Granatina (Vincenzo) e Fabio Rossi (Walter), sul palco del Teatro Civico 14 – Spazio X di Caserta, dove lo spettacolo Caipirinha, Caipirinha! è andato in scena lo scorso 25 e 26 novembre.

I tre amici, innamorati, si ritrovano nel bar di Bob; silente testimone delle angosce, dei desideri inespressi, dei ricordi e delle tante parole taciute tra i tre. È il luogo in cui sono concesse le bugie ed è bandita la verità e dove si preferisce un rassicurante Bitter-sweet al più alto tasso alcolico della Caipirinha, “un cockatil che picchia duro”, dal sapore ruffiano, che si lascia bere, bicchiere dopo bicchiere e che può far perdere il controllo conducendo, magari, i protagonisti verso una liberatoria e comune confessione. I doppi-sensi linguistici che offre la drammaturgia di Sara Sole Notarbartolo sono un vivace e continuo rimando alle ricette dei cocktail che in quel bar vengono consumati, espressione del microcosmo che esso rappresenta e che in esso è racchiuso.

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Foto di Emanuela Pirelli

La leggerezza e l’ironia della scrittura sono accentuate dalla scelta di ambientare la piccante vicenda in un piccolo paesino pugliese. La parlata in dialetto suscita il sorriso, ma è anche la ragione per la quale, nello spettatore, si consolida il consueto immaginario meridionale secondo il quale è possibile e probabile, nella realtà, incontrare i protagonisti di questa piccola commedia all’italiana, per acume, di altri tempi.

Attenta e preziosa come la drammaturgia è la regia di Sara Sole Notarbartolo. Con intelligenza i due elementi sono dosati e shakerati con sapienza, come gli ingredienti di un buon cocktail, e la Caipirinha, Caipirinha! offerta al pubblico, pare esserlo. La chiave per la lettura della visione registica, infatti, è nella scrittura, nelle parole di Bob. Lui che fa di Giuda un eroe; che s’interroga sull’utilità della fedeltà; che dichiara che “la menzogna è alla base di ogni società civile”, diventa il metronomo dello spettacolo. “Il tempo non è lineare, tutti gli istanti sono lì e li percorriamo contemporaneamente”, è questa la visione di Bob, e della regia. Nell’alternanza che a volte diventa ripetizione dei quadri scenici, si snoda la narrazione, tra il passato e il presente, tra una dimensione più introspettiva ed una esteriore, fino alla metateatralità della dichiarata rappresentazione di sè.

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Foto di Emanuela Pirelli

Le luci, la scena, l’intesa tra gli attori, le scelte musicali, tutto concorre a costruire  nella fantasia dello spettatore le immagini del racconto; dalla partita di calcetto, momento epico dell’amicizia tra uomini, al primo ballo, quale inizio del rapporto sentimentale tra Vincenzo e Wilma, fino al dolore che una storia d’amore, con tutte le sue declinazioni, complicazioni e segreti può comportare, una di quelle storie che si dimenticano soltanto con una bella sbornia.

 

CAIPIRINHA, CAIPIRINHA!

Taverna Est Teatro in collaborazione con Ex Asilo Filangieri e Nostos Teatro
regia e drammaturgia Sara Sole Notarbartolo
con Andrea de Goyzueta, Giovanni Granatina, Fabio Rossi
disegno luci Paco Summonte
costumi e allestimento scenico Gina Oliva