ILENA AMBROSIO | Un’opera risalente al VII sec. a. C. riportata alla modernità. Parole distanti, in un lingua considerata “morta” per giunta, che risuonano attuali. Probabilmente difficile da immaginare ma è esattamente ciò che è accaduto sul palco del Rigenera SmART City – Festival delle Periferie, grazie a Iliade di e con Corrado d’Elia accompagnata, per l’occasione, dagli interventi di live painting di Renzo Francabandera.
Un’occasione preziosa per una comunità, come quella di Palo del Colle, di rivivere il rito antico e ammaliante della condivisione dell’arte che proprio gli antichi greci istituirono; una comunità alla quale il Rigenera Laboratorio Urbano, l’abbiamo detto, offre la possibilità di saziare una fame forse latente, inconsapevole, quella di arte e di cultura, traendone un piacere tanto più intenso quanto più era inaspettato.
Solo, su uno sgabello, d’Elia nei panni di un moderno cantore, ha raccontato le vicende della prima grande guerra di cui abbiamo notizia, moltiplicando il proprio io per diventare di volta in volta Agamennone, Achille, Elena, Ettore, e poi narratore, e ancora Paride, Priamo…
Il testo con moderna sinteticità sposta, come fa una macchina da presa, la visuale da un’inquadratura all’altra, dalla tenda di Achille che giace con Briseide, al campo di battaglia dove le schiere di Achei e Troiani si fronteggiano, alla stanza dove Paride si rifugia tra le braccia di Elena. Eppure è preservata la “rotondità” delle descrizioni omeriche, l’intensa aggettivazione, le articolate similitudini e i tipicissimi epiteti; quel dipingere, insomma, il racconto, sinesteticamente, tramite sollecitazioni non solo visive ma anche olfattive, uditive, tattili.
Tutto ciò unicamente tramite la voce, riproponendo l’originaria via di trasmissione di quelle vicende, l’oralità; eppure aggiungendo a essa una marcata teatralità. Ora carica e aggressiva, ora dolce e sussurrata, ora lenta, ora rapida e scattosa, la voce di d’Elia dipinge le immagini come un pennello, offrendole nitide e vivide al pubblico.
Felice, quindi, lo sposalizio artistico con Renzo Francabandera che, alle spalle dell’attore, dà alla vicenda forma materialmente visibile proprio con pennello – ma soprattutto mani – e colori. Grandi tavole che condensano in immagini più o meno abbozzate, in linee irruenti, in colori distesi o schizzati con violenza – lo stesso gesto si fa narrazione – gli snodi fondamentali e il sentire dei personaggi.
Parole che dipingono e immagini che raccontano, dunque, in un ingranaggio del quale un cardine fondamentale si rivela, anche, la selezione sonora realizzata da Chiara Salvucci che, da Passion di Peter Gabriel a musiche tradizionali greche, sottolinea con un affascinante puntualità i climax di pathos della rappresentazione.
Un pathos che colpisce al cuore degli spettatori come una lancia achea. L’ira rabbiosa di Achille e il suo affetto sincero e fraterno per Patroclo, l’amore solido e profondo tra Ettore e Andromaca, la pietas di e per Priamo. Quelle vicende appartenenti alla memoria di tutti, accantonate, forse, tra il rimosso studentesco, percepite come altre, lontane dal nostro sentire di ora, riacquistano, improvvisamente, nuova vita, diventano nostre. Perché ciascuno di noi prova amicizia sincera, amore profondo, incondizionato affetto per un padre o un figlio. L’Iliade è questo, poi, è il fondamento della nostra civiltà e non solo a livello culturale, ma anche umano, perché getta le basi del nostro sentire. Iliade di Corrado d’Elia riesce a riportare tutto ciò al presente e a farlo vivere con estrema e sincera intensità.
Ma c’è un altro motivo per il quale questo lavoro ci pare significativo in un contesto come quello del festival che si sta tenendo a Palo del Colle.
Iliade di d’Elia si inserisce in un progetto ampio dell’artista che pare essere indirizzato a una sorta di alfabetizzazione al classico, in un recupero di opere canoniche o – Don Chisciotte; Dante, Inferno; Poesia,la vita; Amleto, per citarne alcune –, rielaborate e riportate all’oggi, avvicinate al sentire moderno, portandone, anzi, alla luce l’universalità del sentire. Opere riprese e rigenerate dunque, che si animano di nuova linfa vitale riuscendo a emanare ancora la propria energia, quella della cultura, dell’arte, della bellezza.
La stessa energia che proprio il Rigenera SmART City Festival sta, con tenacia ed entusiasmo, diffondendo.
ILIADE
da Omero
progetto e regia di Corrado d’Elia
con intervento di live painting di Renzo Francabandera
ideazione scenica e grafica di Chiara Salvucci
Rigenera SmART City – Festival delle periferie
6 settembre 2018
Palo del Colle