MONICA VARRESE | Nel maggio del 1926 la polizia segreta sovietica (GPU) effettua una perquisizione in casa dello scrittore Michail Bulgakov e sequestra Cuore di cane, racconto scritto tra l’ottobre del 1924 e il marzo del 1925, rimasto inedito fino al 1968, anno in cui viene pubblicato all’estero. In Russia la sua censura terminerà solo nel 1987, dopo più di sessant’anni dalla prima stesura.

La Compagnia Licia Lanera, in collaborazione con Teatro Piemonte Europa, inaugura la rassegna To The Theatre al Nuovo Teatro Abeliano, nell’ambito della stagione Futuri Possibili dei Teatri di Bari con il racconto satirico-fantascientifico Cuore di Cane. Quest’ultimo, spietata diagnosi dei complessi e contorti anni Venti in Russia, costituisce la prima parte di una trilogia dedicata ai russi, che sotto il titolo Guarda come nevica, includerà le produzioni future della compagnia: Il Gabbiano di Čechov e le poesie di Majakovskij.
Sarà proprio la neve l’elemento di apertura del primo quadro, impreziosito dal sapiente disegno luci di Vincent Longuemare, che crea una vera e propria drammaturgia visiva per tutto il corso della messa in scena, muovendosi da atmosfere ovattate e intime alla potente forza propulsiva dell’ondata rivoluzionaria, restituita con la scelta di colori caldi, che bruciano il quadrato scenico nel quale l’azione si sviluppa.

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Un cane randagio entra nelle grazie e nella casa di Preobraženskij, professore di medicina, andrologo e ginecologo, impegnato in una ricerca sul ringiovanimento del corpo umano. Pallino – così verrà battezzato dal suo padrone – diventa cavia di un esperimento rivoluzionario, effettuato insieme all’assistente Bormental: trapiantargli i testicoli e l’ipofisi di un uomo morto accoltellato in una bettola moscovita. Quello di Pallino diventa un viaggio metamorfico, un progressivo processo di umanizzazione fisica e mentale che lo condurrà, infine, a pretendere di essere registrato all’anagrafe del Comune di Mosca, di avere un nome per definire sé stesso.

L’opera di Bulgakov, articolata e complessa, subisce un’operazione di riscrittura – effettuata dall’attrice e qui anche drammaturga Licia Lanera – che si rivela efficace nel tentativo di attraversare le molteplici linee tematiche care all’autore, restando fedele al suo stile, permeato di elementi satirici e grotteschi. Difatti Cuore di cane è profondamente contrassegnato dalla peculiarità di rendere credibile l’assurdo, e lo fa attraverso il paradosso dell’attività scientifica, la quale dovrebbe mettere in campo la ragione, piuttosto che spingersi oltre i confini dell’utile e del naturale. Stessa analisi si delinea nell’interpretazione della vita sociale e politica, valida negli anni Venti così come nel quotidiano: l’Homo Novus, con le sue necessità e i suoi slanci, vive nella convinzione di essere il soggetto della propria vita, laddove in realtà ne è l’oggetto, vittima di macchinazioni contorte e invisibili. Non dimentichiamo che questo racconto è scritto da Bulgakov negli anni in cui viene messa in campo la NEP, nuova politica economica approvata da Lenin – dopo la fine della guerra civile e la sovietizzazione forzata dell’economia – il cui proposito era quello di forgiare la società ex novo, per l’appunto.
La riscrittura, così come la messa in scena, lascia libero spazio a connessioni e interpretazioni del quotidiano, che trovano una loro possibile sintesi nelle parole di Preobraženskij: «È un incubo. Non ce la faccio più, non lo sopporto più». Parole che, se inizialmente paiono riferirsi esclusivamente al comportamento irriverente di Pallino, progressivamente si vestono di una umana impotenza, del vano tentativo di ristabilire un equilibrio nelle attività del vissuto, perché si possa guardare la storia non solo come passato, ma soprattutto come futuro.

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A impreziosire il lavoro anche i suoni creati dal vivo dal musicista Tommaso Qzerty Danisi, che co-abita lo spazio scenico, costantemente in ascolto dell’attrice, entrando armonicamente nella dimensione del racconto. Quello ideato da Qzerty è un tessuto musical-rumoristico che crea atmosfere sospese, che scivolano, in più punti, in una frequenza più disturbante ma sempre armonica.
Con Qzerty dialoga Licia Lanera, in abito bianco e con il volto parzialmente coperto da una maschera in gomma siliconica, che ne riproduce fedelmente i lineamenti, ma invecchiati. La sua voce è amplificata per tutto il corso dell’azione da un microfono, espediente che, comunemente tende a spogliare la voce dalla sua naturale essenza, ma qui risulta interessante per la varietà di giochi a cui la voce è sottoposta dall’esercizio attorale.
Uno spunto di analisi rispetto a questo primissimo esito potrebbe anche svilupparsi su alcune parti di composizione, come quella dell’intervento chirurgico – turning point della storia – nel quale sembra che i cambi di ritmo siano affidati eminentemente all’elemento musicale. Far viaggiare questi ultimi insieme all’acting potrebbe amplificarne l’effetto.

Tutti i ruoli sono giocati dall’attrice, la quale si muove nel testo da padrona, in un intervallarsi continuo di cambi di sequenza narrativi e dialogati. Inoltre, ogni ruolo viene caratterizzato attraverso l’utilizzo di diversi registri linguistici e inflessioni dialettali, operazione che consente al pubblico di entrare nel materiale drammaturgico e nel gioco scenico in maniera più agevole. Il lavoro su una sempre più appuntita caratterizzazione dei personaggi – con particolare riferimento alla metamorfosi di Pallino – permetterà certamente di sfruttare ancora di più l’audacia attoriale che Licia Lanera sfodera durante lo spettacolo, crescendo con lei replica dopo replica in una partitura oltre che musicale anche di gesti, di corpo dell’attore.

Nel complesso, infatti, Cuore di cane si rivela un lavoro ben concepito, e a nostro avviso inaugura una nuova stagione per l’attrice e regista Licia Lanera, coraggiosa nel sovvertire un linguaggio che l’ha caratterizzata fortemente nelle produzioni passate per intraprendere una strada nuova, che le auguriamo di continuare a percorrere con la stessa tenacia. Questo è un passo dal quale non si può più tornare indietro.

GUARDA COME NEVICA
1. Cuore di Cane
di Michail Bulgakov

con Licia Lanera e Qzerty
sound design Tommaso Qzerty Danisi
luci Vincent Longuemare
Costumi Sara Cantarone
Maschera Sarah Vecchietti
Assistente alla regia Annalisa Calice
Adattamento e regia Licia Lanera

Prodotto in collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa e con il sostegno del MIBACT e Regione Puglia e dell’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali.

Teatro Abeliano, Bari