ANTONIO CRETELLA | La giunta leghista della regione Umbria smantella il protocollo di interruzione volontaria di gravidanza che consentiva il ricorso alla terapia farmacologica in day hospital, costringendo le donne che vi ricorrono a un ricovero di tre giorni. Il provvedimento, teso in modo evidente a rendere più difficile il ricorso alla IVG farmacologica e a dissuadere dall’aborto, si concilia perfettamente con le posizioni antiabortiste dure e pure di svariate associazioni ultracattoliche “a difesa della vita” che rappresentano uno dei più appetibili bacini elettorali delle destre. Quasi negli stessi istanti, tuttavia, in un’altra regione leghista, il capo del movimento viene ritratto nell’atto di trangugiare con lascivia un cestino di ciliegie sputando i nocciuoli in mano. Una bucolica e rustica immagine che susciterebbe anche simpatia per la spontaneità come le tante altre dipinzioni di questo leader politico che ama farsi ritrarre nell’atto della manducazione, parte integrante del suo successo; se non fosse che, nel mentre, di fianco a lui, il collega governatore snocciolava i numeri dei decessi neonatali nelle terapie intensive della regione. A dare senso alla quasi contemporaneità dei due fatti viene in nostro soccorso la teoria della sincronicità di Jung: due eventi, non collegati da nessi causali, che avvengono nello stesso tempo, possono tuttavia essere legati da un nesso simbolico di natura psichica e culturale che li fa dialogare tra loro attribuendogli un senso. In questo caso, disvelare quanto a questi figuri importi realmente della difesa della vita.