ANTONIO CRETELLA | Il Castello dei Destini Incrociati è un’opera meno conosciuta di Calvino il cui oggetto, come spesso accade nella ricerca dell’autore, sono gli elementi stessi della narrazione. Nel piccolo romanzo, che prende spunto dallo schema del Decamerone o dei Racconti di Canterbury, viene messa a nudo la genesi del racconto in sé attraverso l’espediente dell’uso delle carte dei tarocchi: un gruppo di viandanti si ritrova a banchettare insieme ma, avendo perso l’uso della parola, ognuno racconta la propria storia utilizzando un mazzo di tarocchi. Nonostante la finitezza dei simboli delle carte, è possibile sistemarle e interpretarle in modi infiniti che permettono di raccontare storie diverse pur partendo dagli stessi elementi di base. Ecco, l’universo negazionista io me lo immagino proprio così: una tavolata di gente che prende e ricombina a proprio piacimento un insieme finito di elementi ripetuti allo sfinimento, ma collegati sempre in maniera nuova. Dati i sempreverdi microchip, scie chimiche, mascherine, poteri forti, 5G, vaccini, immigrati, Soros e Bill Gates, viene fuori ora che il tampone rinofaringeo per il Covid viene effettuato ficcando l’asticella fin sotto la base del cranio per piazzare un microchip di controllo più vicino al cervello, in modo da renderci schiavi attraverso le onde del 5G, o che le scie chimiche appaiono in cielo per segnalare ai migranti la direzione da seguire per invadere l’Europa su comando dei satelliti 5G di Bill Gates.
Esercizi di stile che se rimanessero tali, sarebbero di tutto rispetto.