ELENA SCOLARI | Alberto Arbasino classificava scrittori e artisti in genere in: giovani promesse, soliti stronzi, venerati maestri. Charles Bukowski ha forse saltato la prima categoria perché la fama lo ha toccato in età non acerba ma ha sicuramente sostato a lungo nella seconda (lo direbbe anche lui di se stesso) ed è consacrato per sempre nella terza.
Nato in Germania nel 1920 avrebbe compiuto cento anni in questo – ahinoi – indimenticabile 2020. Ma si può negare la festa a un centenario? Ovviamente no, ed ecco infatti che alcuni amici milanesi gli hanno organizzato un party “in assenza” (ma possiamo davvero dire che Hank non ci fosse? Non ne saremmo affatto sicuri) in un locale accogliente, non fumoso come lo scrittore avrebbe voluto ma dove si servono cocktail dai nomi allusivi che avrebbe bevuto con voluttà: Fiorita di lussuria, La notte nella tua bocca…


All’Après-coup Bistrot di Milano Riccardo Magherini e Maria Eugenia d’Aquino (Genni) di PACTA. dei Teatri, accompagnati dai musicisti Nico Lanni e Lele Palimento lo hanno festeggiato con Bukowski ha fatto 100. L’Après-coup è un luogo un po’ fuori dal tempo, una specie di tabarin con poltrone eccentriche e anfitrioni gentili meravigliosamente abbigliati. Su ogni tavolino una candela che si consuma, mentre Magherini recita e sorseggia un rosso.
Una serata composita che ha intrecciato reading, musica, video e ricordi personali. Un memorabilia vivace fatto di aneddoti raccontati da chi Bukowski lo ha conosciuto e ha frequentato per più di un anno la sua casa di Los Angeles. Riccardo e Genni vi erano stati introdotti dalla moglie Linda Lee quando si trovavano negli States per le loro acting class. Erano giovani romanticamente scapestrati (come è giusto che siano i giovani) e quale miglior cornice per la carriera di attori che bazzicare casa Bukowski, con tutto l’alcool, i balli, il fumo, le star che si convengono?
L’anno californiano era il 1986, lo scrittore-poeta aveva 66 anni e Genni d’Aquino ci dice che “passava tutta la giornata rintanato nel suo studiolo a scrivere e usciva solo per andare alle corse dei cavalli”, (perdendo un sacco di soldi, of course). Però sentire il ticchettio di quella macchina da scrivere al piano di sopra è un ricordo da invidiare, altro che! Così come le improvvisate notturne e un po’ alterate di Sean Penn, considerato da Hank un figlioccio.


Entriamo nel calore di quella casa di L.A. grazie alle parole sgargianti di affetto con cui Genni ci porta nel mondo di Bukowski, il viaggio continua con Riccardo Magherini che esordisce con un “It’s good to be back” e legge poesie e brani dai romanzi dello scrittore: interpreta con il giusto distacco, con un tono perfettamente “sporco” i versi graffiati e scabri di un uomo che ha vissuto, bevuto, scommesso, fumato, scritto, amato. Ha amato tantissimo: le donne, il sesso, la vita, le sbronze, gli amici, la letteratura. Ha amato Linda Lee, ha amato i baristi, le puttane, i droghieri. E li ha scritti. Perché «se scrivere ti aiuta a non impazzire, allora scrivi».
Batteria e basso di Nanni e Palimento fanno risuonare le parole ed esaltano il ritmo e l’atmosfera di A dirty trick, Probably everything, Bluebird.


Nel video montato da Magherini e d’Aquino e proiettato a inizio serata vediamo scorrere le testimonianze di Fernanda Pivano, Andrea G. Pinketts (il più bukowskiano) e Carl Weissner, scrittore traduttore e agente letterario, definito “l’uomo che ha inventato Charles Bukowski”, è considerato il suo più grande promotore europeo, ha lanciato molti dei suoi libri in anteprima nel Vecchio Continente e poi ha fatto rimbalzare il successo negli Stati Uniti con un’abile strategia comunicativa. Ripercorriamo alcuni incontri dedicati allo scrittore fino ad arrivare a spezzoni dello spettacolo PULP – Le ultime ore di Buk Chinaski che PACTA. dei Teatri mise in scena nella Stagione 2003/04. Chinaski è un personaggio dei libri di Bukowski, un investigatore privato molto hard-boiled. Il filmato restituisce i ricordi soprattutto divertiti che Pivano, Pinketts e Weiss conservavano di Charles, quelli giusti per una festa.

Bukowski fu arrestato dall’FBI per renitenza alla leva, sposò una poetessa che non aveva mai visto in vita sua, lavorò come postino, rischiò la pelle per un’ulcera perforante a forza di whisky. Sul palco del locale riusciamo a vedere tutto questo, sentiamo l’eco degli scritti e dello stile di John Fante, un’America in lotta con i temibili cops (i poliziotti di Los Angeles), motel squallidi con le tende macchiate, dollari che mancano. Un attore e due musicisti che, a una festa di compleanno speciale, sanno farci capire che

c’è un posto nel cuore che
non sarà mai riempito
uno spazio
e anche durante i giorni migliori

le ore
più belle
lo sapremo
lo sapremo più che mai
c’è un posto nel cuore che non verrà mai riempito
e
aspetteremo
e
aspetteremo

in quello spazio

(Niente da fare, titolo originale No luck for that)

Io sono convinta che ci fosse, Charles Hank Bukowski, in quella sala, compiva gli anni e ci ha salutato dicendo:

Quando eravamo ragazzini, distesi sull’erba a pancia in giù parlavamo spesso di come ci sarebbe piaciuto morire. Ed eravamo tutti d’accordo su una cosa: ci sarebbe piaciuto morire scopando. (Anche se nessuno di noi aveva mai scopato).
Ora che non siamo più ragazzini pensiamo di più a come non morire.
Ora che la maggior parte di noi ha scopato via la vita.

BUKOWSKI HA FATTO 100

a cura di e con Riccardo Magherini, Simona Viciani, Maria Eugenia d’Aquino
musica dal vivo Nico Lanni e Lele Palimento
produzione Après-coup Bistrot in collaborazione con PACTA. dei Teatri