GIAMBATTISTA MARCHETTO | «Un affresco spietato e immorale sull’oggi, un dramma medio-borghese contemporaneo a tratti familiare, di cui siamo involontariamente complici». Carlo Massari, fondatore e direttore della C&C Company, introduce così al nuovo spettacolo Les Misérables. O della miseria umana che ha debuttato in prima nazionale al Danza in Rete Festival 2021.
Messo in cantiere prima del Covid, questo lavoro – secondo capitolo di una trilogia dedicata all’esplorazione della “bestialità umana” – ha risentito nei mesi di lockdown di una evoluzione che ha assorbito nella drammaturgia le inquietudini, i luoghi comuni e le contraddizioni che la pandemia ha disseminato su scala globale.

Il coreografo-demiurgo mette infatti in scena la miseria umana attraverso i corpi di quattro performers – ai quali si aggiunge un vecchio attore che, con una corona in testa, osserva l’operetta seduto su una carrozzina, per poi riservarsi un sermone finale. Emerge allora nelle ironiche coreografie di Massari l’iconografia delle bassezze che scattano nelle relazioni interpersonali: «sgambetti fisici che alludono a quelli morali, cadute che non vengono soccorse, andature claudicanti, affannose tenute di passo», così li descrive l’autore.
I quattro interpreti incarnano figure grottesche – il trucco da clown espressionisti fa il paio con una poco leggibile mise da bordello – e si muovono in una waste land spoglia e desolata con un piglio che oscilla tra il coro della tragedia greca e i rimandi ai manga giapponesi. Bizzarri e spiritosi, si muovono a scatti nel loro abbigliamento succinto e volgare, facendo commenti goffi e vocine ridicole, come le bande di cattivi che nei vecchi cartoni animati venivano sconfitti dal protagonista. E il vecchio spettatore sembra uscito dritto da un’animazione di Hayao Miyazaki.

BESTIALITÀ O BANALITÀ?
Le creature androgine che Massari porta in scena vogliono dunque presentare «un teatrino spietato degli stereotipi della nostra contemporaneità attraverso una ricca commistione di linguaggi e un’estetica sospesa tra pop e glam», recita la dichiarazione d’intenti. E in effetti in quel costante disequilibrio che li tiene in piedi, in fin dei conti sostenendosi mentre cercano di sgambettarsi, sembra emergere il paradosso di un agglomerato sociale connotato dalla tristezza: io ho bisogno di te, perché senza te non ho nessuno su cui affermarmi e prevalere.
Carlo Massari si propone di irrompere sulla scena con «un linguaggio dissacrante e irriverente», ma in realtà non è questo l’effetto. Piuttosto l’ironia dei movimenti coreografici è il punto di forza di un lavoro che vive di leggerezza e sorrisi – proprio come nell’universo manga, che vede molti personaggi schiantarsi eppure non c’è dramma vero – mentre la partitura testuale, che negli intenti dell’autore vorrebbe «generare idee politiche, tentando di raccontare la società e il contemporaneo», risulta piuttosto didascalica. Se la “bestialità” emerge sotto il velo dell’ironia nel movimento, nelle parole diventa invece “banalità” che accenna senza approfondire le piccole bassezze di chi oggi pensa cose banali. Il riferimento all’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill è leggibile, ma la drammaturgia si affaccia appena sui temi senza artigliarne la carne, senza una capacità reale di essere corrosiva o provocatoria (nel 2021, ovvio).
Secondo Massari oggi «ci sono tutti i presupposti per una rivoluzione, perché la società è pronta al crollo», eppure quando nel finale crolla il fondale (esplicito il riferimento alla scena conclusiva del film Stalker di Andrej Tarkovskij) quel che emerge non è un universo in fiamme ma appunto una waste land senza un afflato di cambiamento. E quando il vecchio re in carrozzina si interroga su quel che resta di libertà e dignità, sembra far la morale ben sapendo che il pubblico non ne verrà toccato e tornerà ai propri affanni quotidiani come se nulla fosse.

LES MISÉRABLES. O DELLA MISERIA UMANA
C&C Company
creazione originale Carlo Massari
con Christian Leveque, Carlo Massari, Luigi Monfredini, Alice Monti, Luca Sansoè
arrangiamenti e coaching vocale Chiara Osella
disegno luci Francesco Massari
coproduzione Danza in Rete Festival in collaborazione con Teatri di Vetro/Triangolo Scaleno Teatro con il sostegno di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, CLAPS – Spettacolo dal vivo

venerdì 23 luglio, Teatro Comunale di Vicenza
Danza in Rete Festival