REDAZIONE | Sarà un’edizione strana e a suo modo straordinaria quella di Rete Critica 2021, che si impegna, in un contesto complesso come quello che ha contraddistinto lo scorso anno spettacolare, a segnalare, in questa edizione, le realtà della scena che si sono contraddistinte per la caparbietà progettuale, per il fare ostinato, nonostante tutto.

Dopo la versione digitale del 2020, l’edizione chiamata 9 e 3/4 per sottolineare il momento di sospensione che la scena ha vissuto, Rete Critica torna al Teatro Stabile del Veneto, il 3 e 4 dicembre 2021, per festeggiare la X edizione. Dal 2011 Rete Critica, la rete dei blog e siti web indipendenti di informazione e critica teatrale, segnala l’avanguardia della scena teatrale italiana. In questi ultimi anni di incertezza la Rete si è interrogata sul proprio ruolo, iniziando una mappatura dei progetti che abbiano saputo rappresentare e incarnare il cambiamento che stiamo vivendo, guardando verso il futuro per superare una fase difficile per il settore culturale. Torna quindi il Premio, in una versione nuova e condensata in due giornate, in cui i protagonisti più votati dalla Rete si presenteranno al pubblico padovano presentando i loro lavori più significativi e innovativi, con particolare attenzione a progetti e percorsi che abbiano messo al centro la ricostruzione di una comunità culturale, sociale e teatrale in un tempo in cui le relazioni sono state messe a dura prova.
In occasione della decima edizione del Premio Rete Critica verrà riproposto lo short doc sulle prime dieci edizioni, a cura di Simone Pacini, scritto e diretto da Andrea Esposito. Sarà un’occasione per ripercorrere la storia e l’origine del Premio fin dalla sua prima edizione attraverso le immagini e le testimonianze dei vincitori e di coloro che hanno animato questo appuntamento.

PAC partecipa dall’inizio a questa sfidante avventura, a questo link tutte le segnalazioni della rete ed ecco i voti del nostro magazine per il primo turno:

  1. KANTERSTRASSE: per l’importante lavoro di formazione del pubblico con il Festival Diffusioni nella provincia aretina, per l’alta qualità con cui hanno saputo costruire la proposta digitale OZz nei tempi di chiusura e per il percorso artistico originale, capace di rileggere i classici trovando i sentieri laterali, quelli dell’ironia e dell’assurdo, per spogliare i testi da ogni enfasi, per evidenziare le incongruenze, per parodiare senza mai svilire. Citiamo Amletino, Ubu re ubu chi?, I promessi sposi.
    2. STIVALACCIO TEATRO: per la capacità di portare capillarmente in tutta l’Italia (e non solo) la commedia popolare di ottima levatura mescolando grandi classici e tecnica della commedia dell’arte con sapienza e per l’abilità nel dare concretezza al vero coinvolgimento del pubblico nella maniera più diretta, aiutando così a rinsaldare la comunità degli spettatori, in un periodo in cui il contatto è mancato totalmente. Citiamo la trilogia Romeo & Giulietta, Don Chisciotte, ll malato immaginario.
  1. TEATRINGESTAZIONE: fondato a Napoli da Anna Gesualdi e Giovanni Trono, è un organismo creativo che produce, indaga e dà forma a opere e interventi artistici di natura teatrale e interdisciplinare, progetti curatoriali, laboratori di ricerca e formazione e progetti di teatro in ambito sociale. Con il non-festival Altofest hanno creato non già un evento occasionale, ma piuttosto un campo di relazioni tra artisti e cittadini residenti, i “donatori di spazio”, per manifestare la propria presenza come atto di cittadinanza poetica, di testimonianza del possibile ruolo della poesia in questo tempo di crisi. Il decennale di Altofest è coinciso con l’insorgere della pandemia: la X, diventato segno di incognita, ha inspirato il superamento della parola “edizione” in parole come transito, passaggio, transizione. “Altofest 202X NOWHERE Nessun Luogo Qui Ogni Luogo Ora” ha così sperimentato diversi formati, in ambiente virtuale e reale, con l’obiettivo di espandere la sfera del sensibile, generando un flusso poetico tra dimensione materiale e immateriale, agendo da remoto e dal vivo, sia in simultanea che in differita, fino alle residenze artistiche e la programmazione nei luoghi consueti di Altofest, in situ, a Napoli, di questa estate.

    Altofest

4. ANDREA PENNACCHI: attore versatile e trasversale, poco noto per la sua intensa e ricca carriera teatrale fuori dalla tv, che ha condotto sempre con costanza e tenendo il teatro come faro; è autore di fortunate riscritture shakespeariane, interprete eccellente in vari ruoli drammatici, da decenni affianca alla recitazione una preziosa attività di formatore per i giovani attori. È in tournée con Mio padre, appunti sulla guerra civile, toccante monologo sull’epopea di una banda partigiana finita in un campo austriaco, raccontata in modo asciutto e senza sconti. Esempio virtuoso di attore/autore che fa fruttare la notorietà acquisita da un lato per poter veicolare e produrre spettacoli importanti per il valore storico, civile e artistico dall’altro.

Accademia minima

5. ACCADEMIA MINIMA: una bottega di artigianato teatrale e di strumenti di dialogo. Guidata da Francesco Chiantese, risiede alla Corte dei Miracoli di Siena. Vive di artigianato delle relazioni, per questo sia la pedagogia che il mestiere vengono agiti con umanità e condivisione. È necessario considerare l’altro come un dono da accogliere con delicatezza. Gli spettacoli di Accademia Minima sono riti sociali quasi esoterici, alla ricerca di uno sguardo “spirituale” sulla realtà che si accompagni all’immaginazione, per cogliere la fonte della necessità di esprimersi attraverso l’arte. Non sono immediati, chiedono piuttosto di essere aspettati con pazienza e partecipazione. Quando ogni cosa è possibile quanto il suo contrario, l’ispirazione è dono inspiegabile, scommessa con il destino. È pura, autentica visione.

>>> PAC propone poi di fare un omaggio a Giuliano Scabia. Crediamo dovremmo ricordarlo.