GLORIA GIOVANDITTI | Una sottile luce da cabaret a velata sullo sfondo e delle bandierine circensi appese in alto ambo i lati della sala della Zona K di Milano accolgono i Guinea Pigs che, con disinvoltura, entrano in scena per avviare lo spettacolo #Nuovipoveri, una regia di Riccardo Mallus su scrittura di Giulia Tollis. I due attori, Letizia Bravi e Marco De Francesca, cercano il loro pubblico con spudorata naturalezza, un dialogo fin da subito frizzante: si presentano, raccontano di sè, della loro storia teatrale. «Siamo i Guinea Pigs nasciamo nel 2014 a Milano come collettivo indipendente di artistə e produciamo spettacoli teatrali, realizziamo installazioni, performance e progetti culturali».

Ed è propriamente un’indagine sociale e culturale quella che i due attori mettono in scena, sviluppata con strumenti teatrali e della video-arte, quest’ultima file rouge di tutto lo spettacolo. Tutta la messa in scena ruota attorno alle domande-perno:
Chi sono oggi i nuovi poveri? Come si raccontano a se stessi e alla società?
La società come li racconta? E quanto c’è di vero in queste narrazioni?

Julian Soardi

Sul palco, concentrico e bianco, un’attrice e un attore alle prese con una comunità di nuovi poveri, le cosiddette personas sui generis: figure di invenzione, personaggi di fantasia che per ragioni diverse non soddisfano i parametri di consumo, non rientrano in categorie professionali riconosciute, non corrispondono per necessità o per scelta ai modelli culturali dettati dalla nostra società occidentale. Cinque storie e identità nate e costruite dal lavoro di ricerca e sperimentazione attraverso un questionario on-line che interroga la percezione di ricchezza e di povertà. 

Le personas costruite – Paola, Marc, Caterina, Stefania e Anas – si prestano al gioco della drammaturgia e della regia per raccontare le povertà sotto i riflettori. Le scene si alternano tra le proiezioni video e la ripresa della finzione da parte dei due attori. È un gioco recitativo ritmato grazie alle musiche che cadenzano i cambi scenici; dalle video-interviste dei ritratti in carne e ossa dei cinque personaggi ripresi nei loro spazio intimi, dal loro sguardo, le increspatura di un sorriso, i movimenti delle mani, alle riprese della narrazione da parte di Letizia e Marco che danno voce a questi racconti con lo strumento teatrale e, spesso, interrompono il poliedrico gioco, confidando episodi della loro vita privata, svelando i loro conti in banca, le spese di produzione dello spettacolo, si fanno beffa dei loro desideri, ironizzano con le loro aspettative generazionali. 

L’indagine delle nuova povertà invita a una riflessione che non solo è culturale ed economica, bensì desidera indagare le condizioni sociali e psicologiche, il senso di inadeguatezza che si insidia lentamente e si trasforma nell’amara sensazione di essere rimasti indietro o di essere stati esclusi dalla festa cui gli altri invece sono ammessi. Il concetto di povertà è spesso sinonimo di esclusione: è la storia di Paola, che vive con grande disagio il dover scendere a compromessi per comprare il giubbotto firmato che desidera. 

Julian Soardi

Quindi #nuovipoveri è anche uno spettacolo sul denaro, su come sembri ancora fare la felicità, sulle sue contraddizioni, sul potere che ha di modificare equilibri e dinamiche di relazione, di decidere della salute e della realizzazione dei singoli, della felicità di una coppia e di una famiglia, della costruzione dell’identità di un’intera società.

Un lavoro di ricerca che svela gli aspetti più crudi e velati della nostra quotidianità, in grado di far emergere i fantasmi culturali e sociali che abitano invisibili le nostre case, i nostri luoghi d’incontro e le soffitte del nostro io. È per questa ragione che Marco De Francesca sottolinea, con un tono a tratti ironico, l’importanza dell’hashtag davanti al titolo dello spettacolo: in quel modo tipico della rete è necessario diffondere il dibattito sulle nuove povertà, sulle problematiche, sulle conseguenze. Ed è forse scegliendo di porre l’attenzione in quel particolare e minimale hashtag davanti al titolo dello spettacolo, che i Guinea Pigs, con i loro linguaggi scenici e gli svariati livelli narrativi, individuano e riflettono insieme al pubblico, sulla sottile linea che lega l’aspetto più leggero delle loro dichiarazioni, le loro confidenze, il gioco di ruoli delle personas, con la parte più approfondita e meramente di ricerca che ha tutta l’aria di un vero e proprio impegno civile.

#NUOVIPOVERI

di e con: Letizia Bravi e Marco De Francesca
drammaturgia: Giulia Tollis
regia: Riccardo Mallus
video: Julian Soardi
sound design: Gianluca Agostini
set design: Stefano Zullo
light design: Martino Minzoni
set design assistant: Giulia Meduri
produzione: Ecate, in collaborazione con Guinea Pigs, con il sostegno di ZONA K e Next – Laboratorio delle idee per la produzione e distribuzione dello Spettacolo dal Vivo Lombardo – Edizione 2019/2020 e con il sostegno di Teatro delle Moire
Grazie a Il Magazzino di Antonio Mingarelli