EUGENIO MIRONE | Alle porte di Milano, appoggiata alle mura dell’Ospedale Luigi Sacco, sorge una Babele dei nostri giorni. Già, perché Baranzate, centro urbano della periferia ovest della città metropolitana di Milano, è il comune con il più alto tasso di immigrati d’Italia. A Baranzate, in un’unica strada – via Gorizia – convivono 72 nazionalità diverse. Su una popolazione di circa undicimila persone, vivono tremila immigrati: un terzo proviene dall’Est Europa, un terzo dall’Africa, un terzo dall’Asia. In questo pot-pourri di culture e storie sembrerebbe naturale non trovarsi mai soli; eppure il comune milanese è l’ambiente scelto dal collettivo Wundertruppe per ospitare il progetto PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade, una performance itinerante per le vie della cittadina.

Wundertruppe è una persona, e un collettivo allo stesso tempo. È il nome con cui dal 2016 l’artista Natalie Norma Fella presenta i suoi progetti, che a oggi sono tre in tutto: 40 d.T. | Galateo per un terremoto, WK-Wunderkammer e Piazza della Solitudine. Per ciascun progetto Norma Fella è solita avvalersi del sostegno di diversi collaboratori in base alla natura dei vari lavori. Ciò che caratterizza i lavori di Wundertruppe è «la mescolanza delle discipline artistiche e la ricerca di un linguaggio che favorisca la comunicazione tra ciò che di solito avviene in teatro e quello che sta fuori».

Foto di Alvise Crovato

Oltre a Norma Fella, creatrice e performer del lavoro, collaborano a PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade Marie-Hélène Massy Emond, cantautrice e performer del Quebec e Giulia Tollis in qualità di dramaturg. PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade è solo la punta dell’iceberg di un progetto nato nel 2019, quando Fella, Tollis ed Emond avviarono simultaneamente la loro opera di ricerca sul tema della solitudine. Da allora il progetto è cresciuto e vive tutt’ora a tappe, cambiando spesso residenza e forma tanto da essere definito dalle stesse organizzatrici “ombrelliforme”. Ma c’è un punto ben fisso nell’idea delle artiste: la relazione con le persone e la comunità.

Che cos’è PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade? La performance consiste in una camminata di gruppo con cuffie per le vie di un centro abitato, in questo caso Baranzate. Attraverso le cuffie vengono proposti stimoli sonori (musica, suoni, dialoghi e interviste) che accompagnano il gruppo durante la promenade. Una forma che richiama Remote X, progetto di un altro collettivo: i tedeschi Rimini Protokoll.
Da essi Wundertruppe mutua anche l’idea di un protocollo che prevede varie fasi di lavoro precedenti alla performance. Può accadere, infatti, che il collettivo chieda a ogni comunità in cui viene ospitato di indicare luoghi della città legati al tema della solitudine. Le interviste possono avvenire in vari modi, tramite la cosiddetta “panchina blu della solitudine”, dove i passanti hanno modo di sedersi e parlare, oppure organizzando aperitivi con la comunità. La fase successiva consiste nella rielaborazione dei dati e nello studio del percorso. Quella che viene a crearsi è una vera e propria mappa urbana della solitudine seguendo la quale si svolgerà la camminata.

Foto di Arianna Loan

Quella di Baranzate è la terza presentazione di PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade; la performance, infatti, è stata allestita nell’estate del 2020 a Gorizia e nella sua versione francese a Rouyn-Noranda in Canada. Alle 6.30 in piazza Giovanni Falcone vengono consegnate le cuffie a una quindicina di persone, i membri del gruppo. La promenade segue il sole e la sua luce, per questo avviene soltanto all’alba o al tramonto, due momenti in cui ci si può sentire particolarmente soli, anche in un ambiente urbano. Una figura (Tollis) con un ombrello colorato accompagna il gruppo nell’esperienza scandendo il passo della camminata mentre Natalie Norma Fella, vestita con una giacca rossa, appare e scompare durante il percorso. Le sue silenziose azioni fisiche integrano e, a volte, generano cortocircuiti con la sequenza di tracce audio riprodotta in cuffia. In questo modo il gruppo si muove, un po’ insieme e un po’ sparso, tra il silenzio delle strade della città.

Due sono i momenti particolarmente significativi della promenade. A metà del percorso il gruppo viene invitato a sdraiarsi su tappetini adagiati sul pavimento di piazza Giovanni Falcone. In cuffia viene riprodotto un dialogo, la reazione di meraviglia di due persone al passaggio di un corpo celeste nel cielo. È l’occasione per fantasticare sui misteri dell’universo, sulle grandi domande della vita, prima che la figura con la giacca rossa cominci a danzare tra i tappetini sulle note di una canzone francese.
Subito dopo ci si sposta nel cortile dell’oratorio della parrocchia di S. Arialdo, dove si trova un campo da calcio circondato da case popolari. Ci si ferma ad ascoltare l’intervista di un gruppo di adolescenti sul tema della solitudine: «la solitudine è un cervello che galleggia; significa non sentirsi cercati, non riuscire a entrare in armonia con gli altri, ma a volte è anche utile per pensare». Mentre si è còlti da questi pensieri la promenade giunge alla sua conclusione in via Gorizia, la via delle etnie. C’è ancora del tempo per leggere una poesia alla luna dagli echi ariosteschi, per esprimere un desiderio e per ballare tutti insieme.

PIAZZA DELA SOLITUDINE_promenade consente di vivere un’esperienza da flâneur e di riscoprire il gusto di girovagare per la città sospesi tra i propri pensieri. In quella che Nietzsche definiva la società della fretta, in cui la qualità di un’azione viene valutata in base al saldo tra tempo sprecato e tempo guadagnato, concedersi momenti per oziare e contemplare la città che si risveglia è un’occasione che non fa rimpiangere la sveglia alle 5.30. Solitamente, è in questi momenti che si ha la possibilità di riflettere e interrogarsi più a fondo sui temi che esulano dal quotidiano, come la solitudine, un’esperienza universale che tutte le persone provano almeno una volta nella vita e che a tratti mette paura.
Se c’è una cosa che si comprende dalle parole degli adolescenti contenute in PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade è che esistono due tipi di solitudine: una “cattiva”, che isola e non fa sentire compresi, e una “buona”, che ci costringe a fare un bilancio interiore e a trovare un equilibrio con l’alterità. Durante la promenade si sperimenta proprio questo secondo lato della solitudine. Il sentire personale si mette in connessione con gli aspetti della vita pubblica, con il sentire degli altri membri del gruppo, e quando ciò avviene l’ultima cosa che accade è quella di sentirsi soli.

PIAZZA DELLA SOLITUDINE_promenade

ideazione e regia Collettivo Wundertruppe
con Natalie Norma Fella e Giulia Tollis
e le voci di Marie-Hélène Massy Emond, Sandro Pivotti e delle persone incontrate in
Italia, Canada e online durante le tappe del progetto
musiche originali Marie- Hélène Massy Emond
sound design Renato Rinaldi
audio live Riccardo Tabilio
produzione Collettivo Wundertruppe
in co-produzione con Petit Théâ tre du Vieux Noranda (Rouyn Noranda, QC -Canada)
con il sostegno di MOVIN’UP Performing Arts del MiBACT e GAI – Giovani Artisti Italiani, ARTEFICI – Residenze Creative FVG 2019 di Artisti Associati – Gorizia,
Conseil des Arts du Canada (Canada), Associazione IFOTES | ARTESS – Udine

Baranzate | 7 maggio 2022