GIANNA VALENTI | Principia è un lavoro di scrittura coreografica che indaga i legami tra i corpi della danza e la danza dei corpi celesti, tra materia ordinaria e materia oscura, tra la teoria della relatività generale e gli effetti gravitazionali di una presenza che non sappiamo vedere, ma che sappiamo esistere. Principia, un progetto di Alessio Maria Romano, regista e coreografo, e di Linda Dalisi, dramaturg, affronta la comprensione e l’immaginazione di questa oscurità della materia che attraversa l’intero cosmo e sembra tenere insieme le galassie, con grandezze e spazi inaccessibili alla mente umana.

Alessio Maria Romano e i ballerini, Mattéo Trutat e Francesca Linnea Ugolini, PH Andrea Macchia

La scena del Teatro Astra di Torino, completamente aperta, senza quinte e fondali, è uno spazio che incarna un’essenza architettonica capace di spalancarsi e di lasciarsi attraversare da altre visioni spaziali, senza costringerle, ma dilatandole, ed è qui che si apre la visione artistica di Principia sulle architetture del cosmo.
Sul pavimento della scena un grande tappeto nero quadrato e al suo interno uno bianco più piccolo. Sopra il tappeto bianco, due grandi sfere color platino appese al soffitto, come due grandi pendoli di Foucault, ma immobili. Un chiacchiericcio voice over come accompagnamento all’entrata del pubblico, uno srotolarsi di forme pensiero razionali che, nella loro tridimensionalità di chiacchiere mattutine di una qualsiasi stazione radio ascoltata in auto,  contrastano con l’aspettativa multidimensionale dello spazio. La voce, dall’interno di una capsula spaziale di rientro sulla Terra, ci accompagna, con un countdown, sino all’entrata dei due danzatori e del suono.

Francesca Linnea Ugolini e Mattéo Trutat si posizionano nell’oscurità ai lati opposti della scena, mentre un fascio di luce bianca attraversa lo spazio, viaggia sopra il pubblico in sala, crea oscurità e bagliore e offre ai nostri corpi la visione immaginata di una luce che viaggia nel tessuto dell’universo, la possibilità dell’esplosione di un corpo cosmico che abbaglia o la presenza di fotoni quantizzati che deviano per la presenza di una materia che non sappiamo vedere. Tutto, mentre le due sfere si attivano e cominciano a circolare, tracciando circuiti spaziali sempre più ampi e rimanendo attive, nel loro moto e nella loro luminescenza platino, per tutta la prima sezione. 

Assecondando le leggi del campo quantico, dove ogni relazione e reazione avviene senza necessariamente doversi vedere, guardare, toccare, i due danzatori si muovono riproponendo un numero definito di sequenze continuamente diversificati dalle scelte di improvvisazione, con una reiterazione di movimenti e gesti marcatamente multidirezionali. 

Principia, PH Andrea Macchia

Seguono traiettorie fluide e inarrestabili, tracciano linee rette e circolari in un cambio continuo e incalzante di direzioni. Si muovono sui diversi perimetri dei quadrati, attraversano lo spazio diagonalmente, passano tra le due sfere in moto, procedono circolarmente intorno al moto delle sfere e, ancora, scivolano sulle loro traiettorie con una velocità e una leggerezza che riesce a incarnare l’essenza dei comportamenti della materia quantica, dove nulla ha una posizione definita e dove tutto sembra avvenire casualmente e in maniera non prevedibile tra il visibile e l’invisibile.

Le sezioni successive del lavoro, cadenzate da partiture diverse di suoni, silenzi, luci e parole (queste solo in una sezione), declinano gli stessi materiali di movimento in modo diverso, in base ai parametri coreografici decisi da Romano, per permettere alla struttura originaria del fraseggio (quel numero definito di sequenze) di variare nelle direzioni spaziali, nelle velocità e nella ripetizione di singole sezioni di movimento e avvicinarci, così e sempre più, al centro della sua visione coreografica, per rendere fisica e visibile la ricerca condotta sulla materia oscura come modello relazionale: l’incontro con i film e le danze di Fred Astaire e Ginger Rogers.

Principia, PH Andrea Macchia

I corpi dei due danzatori, progressivamente, interagiscono con passaggi sfuggevoli, vicinanze, distanze, sguardi, relazioni spaziali diversamente declinate, assenza di contatto fisico e poi infine tocco. E, da lì, proseguono in una circolarità continua di allontanamenti e avvicinamenti, perdendosi brevemente per poi ritrovarsi. Il nostro sguardo vaga, si sposta da un corpo all’altro, perdendolo per poi subito ritrovarlo, riuscendo a renderci familiare un mondo dove gli accadimenti e le relazioni sostituiscono l’idea di oggettività.

Dopo lo spettacolo, in un incontro con il pubblico, Romano ci racconta di aver lavorato su Fred Astaire e Ginger Rogers guardando e studiando le loro danze senza l’accompagnamento musicale, focalizzandosi così sulla loro tecnica, sui movimenti e sulle strutture coreografiche. Ha poi chiesto a Mattéo e Francesca, i due danzatori, di lavorare da soli su tre film, scomponendo e decostruendo le scene di danza, per identificare e selezionare movimenti puri e astratti che sui loro corpi, e con l’accompagnamento della drammaturgia sonora di Franco Visioli, diventano in scena movimenti di danza contemporanea.

Principia, PH Andrea Macchia

Linda Dalisi, ci racconta ancora Romano, ha seguito tutto il lavoro insieme a lui sin dai primi passi con i collegamenti a distanza con il Prof. Enrico Trincherini della Scuola Normale Superiore di Pisa che, come consulente scientifico, ha dato loro una formazione sulla materia oscura. Il processo creativo è poi continuato coinvolgendo altri artisti a ognuno dei quali il regista ha chiesto di inventare un proprio mondo. Così è stato per Giuseppe Stellato e la sua installazione scenografica e per Giulia Pastore e il mondo che ha creato rispetto alla luce. Dalisi, oltre a seguirlo costantemente e a preparare le mappe concettuali, è l’autrice dei testi registrati che ascoltiamo nello spettacolo, un altro dei mondi creati indipendentemente dalla danza. 

Principia apre domande e conduce con la propria immaginazione altre immaginazioni. «Benvenuti a ciò che credete di vedere!», ci invita a fare la mappa concettuale distribuita all’entrata, citando William Forsythe. Scelgo di vedere una bellezza su cui non abbiamo ancora aperto gli occhi — dark matter, dark energy e poi le nuove frontiere sul corpo umano con lo shadow DNA — tutti nomi che riferiscono di un’oscurità, ma che amo immaginare ci abbaglierebbero per la loro bellezza. Come scrive Carlo Rovelli: «Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.»

PRINCIPIA

un progetto di Amr/Dalisi
regia e coreografia Alessio Maria Romano
cast Francesca Linnea Ugolini, Mattéo Trutat
voce Marta Pizzigallo
dramaturg Linda Dalisi
drammaturgia sonora Franco Visioli
spazio scenico Giuseppe Stellato
progetto luci Giulia Pastore
costumi Giada Masi
consulente scientifico Prof. Enrico Trincherini (Scuola Normale Superiore)
assistente alla creazione Riccardo Micheletti
fotografie Andrea Macchia 

una produzione Tpe – Teatro Piemonte Europa
nell’ambito di Palcoscenico Danza 2023: Volare Oltre
in collaborazione con Lavanderia A Vapore, Centro Di Residenza Per La Danza

19 aprile 2023 | Teatro Astra, Torino