GIANNA VALENTI | Interplay 23: 27 maggio – Teatro Astra e 30 maggio – Officine Caos
Due corpi femminili che danzano per amarsi per Somos, duo spagnolo con Carla Cervantes Caro and Sandra Egido Ibañez, danzatrici e autrici di Lookatthingsdifferent, una coreografia vincitrice di numerosi premi e qui a Interplay in prima nazionale — la scena completamente buia dell’Astra e un’entità fisica illuminata al centro che solo nel movimento si rivela come intreccio di due corpi femminili, un intreccio che segna e rivela l’identità dell’intero lavoro.
Due corpi maschili che danzano per amarsi, i danzatori Uri Dicker e Tomer Giat, guidati dalla coreografa e scenografa israeliana Or Marin e dal musicista e drammaturgo Oran Nahum in Breath with me a moment, qui a Interplay in prima regionale — due corpi uniti frontalmente su un tappeto bianco che attraversa la scena orizzontalmente a Officine Caos; un’apparizione fisica che è anche il suono di una melodia dolcissima che arriva dai loro corpi, una simultaneità che segna l’dentità del lavoro attraverso l’armonica che le loro bocche condividono.

Somos1, Interplay23
Somos, Lookatthingsdifferent

In Lookatthingsdifferent, le due donne si articolano e disarticolano, si inarcano e si distendono, si lasciano parzialmente e si ritrovano, si tengono e si supportano per quasi un’ora. I corpi, allacciati uno all’altro, si spostano sul terreno o entrano nello spazio verso l’alto, annodandosi e snodandosi senza interruzione — corpi che manifestano un pensiero fisico, sensuale ed emotivo che si incarna in un looping inarrestabile che richiama la teoria dei nodi in matematica, quasi un modello subatomico per la materia che danza sulla scena.
I due corpi femminili si avvolgono e si srotolano, si attorcigliano e si sciolgono, si aggrovigliano e si districano, si curvano e si estendono, creando una presenza fisica e visiva che immette chi guarda in un’esperienza di fusione di ogni singolarità. Per la loro narrazione coreografica, le due danzatrici utilizzano il threading, una sottofamiglia all’interno della break dance, una tecnica riconosciuta e trasmessa con decine di passi codificati e denominati.
Allontanandosi dai codici performativi della street dance, le due danzatrici sostengono e modulano l’energia come in un lavoro classico o modernista, velocizzando o rallentando, alleggerendo o rendendo più poderoso il movimento, in una catena di variazioni che rispecchia il sentire e le emozioni che nascono dalle azioni di relazione scelte e dalle fusioni inattese che i loro corpi creano. Se il loro lavoro vi incuriosisce, sono disponibili su Youtube diversi brevi video dove osservare questa loro particolare identità coreografica che, insieme alla coreografia presentata da Interplay, svela un personale viaggio poetico, sensoriale, sensuale e amoroso alla ricerca del superamento di ogni stereotipo di genere.

Or Marin2, Breath with me a moment, Interplay23
Or Marin, Breath with me a moment, PH Jesus Robisco

In Breath with me a moment, i due corpi maschili danzano dando forma al respiro che si fa modulazione di suono e di movimento nello spazio, con una contemporaneità di linguaggi che arriva ai nostri corpi in sala come pensiero fisico, spaziale e melodico, avvolgente nella sua semplicità e dolcezza. Il suono dell’armonica a bocca si fa movimento danzato e la danza ci arriva modulata dalle intensità, dalle altezze e dalle lunghezze della partitura musicale che nasce dai corpi.
Suono e movimento incarnano il respiro che, carico di pensieri, sensazioni ed emozioni, si fa partitura musicale e danzata nello spazio, declinando azioni di relazione che narrano di un momento di grande intimità e vulnerabilità sensuale, emotiva e fisica tra i due corpi sulla scena.

Da un bacio carico di dolcezza e leggerezza, con un suono delicato, arrotondato e allungato, si passa a un gioco in cui i corpi si agganciano e si sganciano, si avvicinano e si allontanano, si sollevano e ricadono, con un suono che modula l’intensità energetica e il tracciato spaziale delle diverse relazioni di contatto. L’armonica, corpo terzo tra i due corpi, restituisce allo spazio, ai danzatori e agli spettatori, l’esperienza del contatto incarnato e della fusione attraverso il respiro, in una dimensione che non rinuncia mai alla leggerezza.
I due corpi entrano in equilibri precari e si sostengono infine l’un l’altro con dolcezza e lentezza. Uno sul grembo instabile dell’altro, prendendosi cura uno dell’altro con un’attenzione quasi materna, in una vestizione che spalanca una fragilità inattesa: un momento drammaturgicamente esemplare di intimità e vulnerabilità che sa tingere i corpi maschili con delicatezza e femminilità.
Alla musica dell’armonica si aggiunge poi il respiro che batte ritmato sulle corde vocali, il tappeto viene arrotolato e il beatboxing, come suono del quotidiano amplificato da un microfono, rompe l’intensità di quell’incontro e accompagna i due corpi fuori scena.

In Lookatthingsdifferent di Somos e in Breath with me a moment di Or Marin, la coreografia si fa presenza di una corporeità inattesa che va oltre il corpo singolo, di una manifestazione fisica che sa farsi trasparenza e vulnerabilità e che sa condividere la profondità di un’esperienza d’amore al di là di ogni stereotipo. Appuntamenti preziosi che Interplay offre come sguardo e riflessione su territori artistici in cui la coreografia dialoga con limiti, barriere e stereotipi di ogni genere.

Tu Hoang & Hiro Murata, False Memories, PH Andrea Macchia

La serata a Officine Caos è continuata con un secondo duetto maschile dall’Olanda, False Memories, dei due danzatori e autori  Tu Hoang e Hiro Murata, rispettivamente vietnamita e giapponese. Una danza forte e gestuale di due corpi maschili che si muovono con velocità e precisione, in unisono e uno accanto all’altro, su tracciati continui e scorrevoli nello spazio, con momenti di vicinanza incrociata o a specchio, a definire un dialogo che si declina in una gestualità forte, spezzata e reiterata e in momenti di sincronicità sorprendenti. Un mondo altro, quello creato in scena dai due danzatori e coreografi superpremiati, un mondo in cui vivere e danzare vicinanze e legami spirituali oltre la tridimensionalità.

Sempre a Officine Caos, al termine delle serata, gli artisti della serata e gli artisti di Étape Danse, in residenza a Caos proprio nel periodo del festival, hanno incontrato il pubblico. Étape Danse è un progetto collegato a Interplay e nato per sostenere le creazioni di coreografi mid-career della scena contemporanea da Francia, Italia e Germania.

INTERPLAY 23 continua sino al 10 giugno.
A questo link potete scaricare l’intero programma.
Questo è il link biglietteria 

SOMOS > 50’
LOOKATHINGSDIFFERENT (ES)
Di e con: Carla Cervantes Caro and Sandra Egido Ibañez
Luci: Grace Murales Suso
Costumi: Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibáñez
Fotografia: Mónica Figueras
Musica originale: Nico Casal, Mette Henriette, Origamibiro, Young Collective. Edit di Sandra Egido Ibáñez
Produzione: Lookathingsdifferent
Spettacolo presentato a MASDANZA 27. Vincitore del premio Acoran Award e Premio del Pubblico MASDANZA 26. Spettacolo selezionato da Certamen Coreografico de Madrid 2022.
PRIMA NAZIONALE

BREATHE WITH ME A MOMENT > 12’
OR MARIN & ORAN NAHUM DANCE THEATER COMPANY  (IL)
Di: Or Marin
Con: Uri Dicker e Tomer Giat
Drammaturgia: Oran Doran
Musiche dal vivo realizzate dai danzatori
Vincitore del 3° posto MASDANZA 27 Competition
PRIMA REGIONALE

FALSE MEMORIES > 15’
TU HOANG E HIRO MURATA (NL – JP – VN)
Di e con: Tu Hoang e Hiro Murata
Luci: Grace Morales Susa
Vincitore Primo Premio MASDANZA 27
Vincitori del Primo Premio 34° International Choreographic Competition Hannover 2020 con il solo “Trial”
PRIMA NAZIONALE