SOFIA BORDIERI | Primavera dei Teatri, il Festival curato e organizzato dai direttori artistici Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano, fondatori del gruppo teatrale Scena Verticale, si è concluso lo scorso 4 giugno con la XXIII edizione, tornata nel periodo originario primaverile a fine maggio, e inaugurando, come nel periodo pre-pandemico, la stagione festivaliera italiana.
Primavera, rifacimento del lemma latino primo vere cioè “primo ardente”, è il nome del Festival castrovillarese che coagula spettacoli (tra cui diverse prime nazionali), workshop, letture e residenze artistiche con l’obiettivo di lucidare la vetrina teatrale contemporanea nazionale e internazionale. Il contesto è sempre l’affascinante cittadina calabra che, con viste paesaggistiche, abitanti calorosi e tradizioni gastronomiche ha accolto un pubblico partecipativo e partecipante da tutta Italia. Testimoniamo qui alcuni eventi dalla sera del 2 giugno in avanti e in particolare quattro monologhi, tre spettacoli corali e due coreografie di cui dettaglieremo in uno specifico contributo nei prossimi giorni.

Il primo spettacolo, LidOdissea della Compagnia Berardi Casolari, in anteprima nazionale, ha portato sulla scena del Teatro Vittoria le condizioni di esistenza di un nucleo familiare, drammaturgicamente legato con un equilibrato parallelismo alle figure di Ulisse, Penelope e Telemaco.
Ambientato in un lido balneare, riprodotto con sdraio e ombrelloni, lo spettacolo ci fa conoscere una madre (Gabriella Casolari), un padre (Gianfranco Berardi) e il loro figlio adolescente (Ludovico D’Agostino). Con parole e atteggiamenti fisici, tra giudizi, risentimenti e ricordi evocati, i personaggi vengono pian piano sviluppati rivelando desideri, necessità e aspirazioni personali. Ruoli di potenza, sottomissione indotta e consentita, nostalgia, si inseriscono in un quadro sfiorito e decadente dettato dal sistema della società dello spettacolo che altro non fa che dissetare un senso di impossibile felicità. Centrale la figura della straordinaria cantante Silvia Zaru che con i suoi attraversamenti ha cucito atmosfere epiche senza tempo, condensando il passato e il presente con i bisogni umani che, in fondo, sono sempre gli stessi. Uno spettacolo che propone concretamente riflessioni personali e familiari, attraverso l’interazione e l’isolamento dei diversi sistemi psicologici, con un prospettiva umanissima che accoglie lo spettatore.

A seguire, al Teatro Sybaris, è andata in scena Occhisulmondo con La sindrome delle formiche costruito a partire dal quesito: le persone decidono di non lasciarsi o di stare insieme? In prima nazionale, con la regia di Massimiliano Burini e Daniele Aureli, Ciro Masella e Giulia Zeetti hanno mostrano senza filtri un quadro molto realistico di conversazioni e discussioni coniugali in cui galleggia lo status relazionale di una coppia calcificata. L’attenzione è tutta rivolta a come addobbare casa (un cactus, un bonsai, due girasoli, dieci tulipani rossi e un tappeto di petali di rose rosse, come in American Beauty di Sam Mendes) o come vestirsi per uscire a cena fuori. La polvere, che proviene dall’alto e dal basso, come da crepe del rapporto, è il leitmotiv all’interno di un ambiente essenziale. Un lungo dialogo che emana l’odore di una coppia ammuffita.

Primavera dei teatri 2023
Re pippuzzu fattu a manu. Melologo Calabrese per tre finali – Dario De Luca e Gianfranco De Franco. Fotografia di Angelo Maggio

La seconda intensa giornata si è aperta con la presentazione del libro Qualcosa di sé di Rossella Menna sulla vita di Daria Deflorian. A precedere il pranzo, il lietissimo Re pippuzzu fattu a manu. Melologo Calabrese per tre finali, una produzione del 2019 di Dario De Luca e Gianfranco De Franco.
Carismatico affabulatore il primo, sapiente musicista il secondo, hanno costruito insieme, con una regia in scena, un coinvolgente connubio di parola e musica sul racconto di Re Pepe deliziosamente interpretato e accompagnato con l’apparato sonoro costruito dall’alternanza di flauto traverso, clarino, controller del suono e theremin.
Come un cantore, De Luca, ha accolto attorno a sé un pubblico rapito dal racconto surreale madido di tradizione, liberamente ispirato alla fiaba raccolta da Letterio Di Francia e dalla riscrittura di Marcello D’Alessandro.

Tra i momenti particolarmente interessanti della giornata, è sicuramente da annotare la restituzione della residenza degli argentini Micaela Fariña e Gonzalo Quintana del progetto La consagracion de nadie. Notevole connubio di canto lirico, performance e progetto multimediale, la pièce mette in scena lo status emotivo (autobiografico) della cantante lirica (asmatica) scartata costantemente alle audizioni teatrali per l’opera lirica, che cerca il suo posto felice in quel mondo selvatico. All’ingresso ogni spettatore è stato omaggiato di una matita che una volta consumata può essere piantata e germogliare perché contenente semi di basilico. Micaela e Gonzalo si dimostrano  promettenti artisti nelle arti performative contemporanee.

Primavera dei teatri 2023
La consagracion de Nadie – Gonzalo Quintana e Micaela Fariña. Fotografia di Angelo Maggio

Il pomeriggio continua al Capannone Autostazione con la prima nazionale di Città sola di Lacasadargilla. Una narrazione, ispirata all’omonimo testo di Olivia Laing, parzialmente letta dal tablet da Lisa Ferlazzo Natoli.
Ambientato in un loft di New York, il testo, suddiviso in sette capitoli – Il palazzo di ghiaccio, Mia moglie, Ricordi che puzzano di benzina, Il potere rivoluzionario della colla, Essere un alieno, Tonnellate di fiori nel mio cortile e Strange fruit – tematizza la solitudine, ripercorrendo le figure di diversi artisti americani come Edward Hopper, Andy Warhol e David Woinaworicz passando per Klaus Nomi e Henry Darger: reietti, omosessuali, neri e artisti tormentati ai margini della società. L’ambiente scenico di Maddalena Parise accoglie proiezioni di opere d’arte, fotografie e frammenti urbani e contiene una narrazione spessa ma asciugabile in cui l’epilogo pone al centro il senso dell’arte che «non può fare tante cose, ma può creare intimità, sanare ferite, ricordare il tempo».

Primavera dei Teatri 2023
Via del popolo – Saverio La Ruina. Fotografia di Angelo Maggio

Al Teatro Vittoria è tornato in scena Via del popolo di Saverio La Ruina che ha debuttato al Teatro Menotti di Milano a dicembre 2022. Una narrazione ammaliante ambientata sulla centrale via di Castrovillari, città dell’autore, evocata dettagliatamente con il ricordo di una quotidianità ormai mutata. Il viaggio carismatico inizia tra i lumini del cimitero e subito si ricollega all’infanzia, in un landscape umano e urbano che ha lasciato le proprie tracce, in una memoria cara e solida, nel tempo molle che governa l’umanità. Una performance che rimane nel cuore grazie allo stile recitativo e alle tinte realistiche sempre filtrate dagli occhi di bambini, donne e uomini castrovillaresi insieme allo sguardo di La Ruina rivolto al pubblico con prossimità.

Ci spostiamo al Teatro Sybaris, dove, a concludere la giornata, è la compagnia Putéca Celidònia con la prima nazionale di Felicissima jurnata, ispirato a Giorni Felici di Beckett. Antonella Morea siede come una matrona in cima a una struttura possente ricoperta di tessuto blu traslucido: un enorme abito che ricorda Entering the other side (2005) di Marina Abramovic. La sommità corrisponde in realtà al pianoterra dove è udibile il soundscape del quartiere Stella di Napoli. Morea, in un napoletano incalzante a volte non totalmente comprensibile, concretizza efficacemente un flusso narrativo, quello tipico delle anziane signore di paese, che al di sotto delle loro abitazioni ‘nascondono’ un mondo surreale. Il mondo ‘nascosto’ dalla matrona è interno all’enorme abito in cui Dario Rea non interagisce mai verbalmente ma con una presenza inerte e allo stesso tempo itinerante all’interno dell’area circoscritta dalla struttura. La resa visiva della scena di Rosita Vallefuoco è eccezionale, insieme al disegno illuminotecnico e sonoro rispettivamente curati da Desideria Angeloni, Tommy Grieco e Hubert Westkemper. Uno spettacolo contemplativo semplicemente da vedere.

L’ultimo giorno del Festival si è aperto con la restituzione della residenza dei due danzatori Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali impegnati per il progetto Stimmung. Un lavoro embrionale, presentato con tutte le sue delicatezze, sulla risonanza della voce nel corpo interrogato a partire da alcune pratiche di meditazione. I due artisti hanno iniziato il processo creativo a seguito di un lavoro fatto sulle figure retoriche traslate nel corpo; l’idea è quella di costruire un trittico in cui si continuerà a lavorare sui dialetti.

A seguire, Storie di noi, presentato in anteprima nazionale a maggio 2022 a Palermo, diretto e interpretato da Giuseppe Provinzano, attore e regista palermitano direttore dello Spazio Franco ai Cantieri Culturali della Zisa.
Il pubblico entra subito in contatto visivo con un uomo solo, un possibile parcheggiatore abusivo, che palleggia con aria malandrina, abbigliato con completo di tuta acetata turchese e marsupio, muovendosi in uno spazio già desolato dove giacciono sei lenzuoli-cadaveri. Con il rumore di un’esplosione, Provinzano prende in mano una delle due macchine giocattolo in scena e con uno slow motion la fa roteare per aria fino a poggiarla al pavimento capovolta. Lungo il monologo il corpo camaleontico del performer viene impossessato da diverse identità a partire da quella di Giusy “con la ipsilon”, che raccontano, in analessi, la nera giornata della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 e in 57 minuti, densi e molto emozionanti, i 57 giorni che la separano dal 23 maggio, la strage di Capaci, con il punto di vista di diversi abitanti palermitani, adulti e bambini.
Oltre alla robusta capacità interpretativa di Provinzano, è di grande resa l’impianto scenografico e illuminotecnico di Gabriele Gugliara costruito in simbiosi con il videomapping curato da Pixel Shapes insieme all’incursione delle voci off di grandi attori e attrici siciliani.

Primavera dei Teatri 2023
Storie di noi – Giuseppe Provinzano. Fotografia di Angelo Maggio

La serata conclusiva ha visto in scena la compagnia Igor X Moreno X Collettivo Mine che ha presentato, dopo il debutto nell’ottobre 2022 a Pesaro, Beat Forwardrielaborazione di BEAT, un solo del 2019. In linea con l’interesse del collettivo, viene proposta una carrellata di partiture fisiche eterogenee colte dal clubbing, dallo sport, dalla danza accademica e televisiva. In prima nazionale, infine, quattro danzatori dell’ensemble Equilibrio Dinamico hanno portato al Teatro Vittoria Welcome to my funeral, con la coreografia di Brandon Lagaert, che tematizza l’impatto tecnologico sull’umanità. Svilupperemo in un successivo focus tematico le riflessioni sulla danza in questa edizione del Festival.


LIDODISSEA – anteprima nazionale
BERARDI/CASOLARI
testo e regia Berardi Casolari
con la collaborazione di César Brie
con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Ludovico D’Agostino, Silvia Zaru
assistente Alice Merola
disegno luci Mattia Bagnoli
costumi Giada Fornaciari
organizzazione Benedetta Pratelli

LA SINDROME DELLE FORMICHE – prima nazionale
OCCHISULMONDO
di Daniele Aureli
regia Massimiliano Burini
con Ciro Masella, Giulia Zeetti

RE PIPUZZU FATTU A MANU – MELOLOGO CALABRESE PER TRE FINALI
SCENA VERTICALE
di e con Dario De Luca e Gianfranco De Franco

LA CONSAGRACION DE NADIE (ARG)
GONZALO QUINTANA & MICAELA FARIÑA
drammaturgia Gonzalo Quintana e Micaela Fariña
interprete Micaela Fariña
regia Gonzalo Quintana

CITTÀ SOLA – prima nazionale
LACASADARGILLA
di Olivia Laing, riduzione e drammaturgia Fabrizio Sinisi
regia Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli
con Lisa Ferlazzo Natoli

VIA DEL POPOLO
SCENA VERTICALE
di e con Saverio La Ruina

FELICISSIMA JURNATA – prima nazionale
PUTÉCA CELIDÒNIA
uno spettacolo di Putéca Celidònia
Vincitore del premio Giuria Popolare – Dante Cappelletti 2021
Finalista di Forever Young – La Corte Ospitale 2022
drammaturgia e regia Emanuele D’Errico
con Antonella Morea e Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
scene Rosita Vallefuoco
musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper
luci Desideria Angeloni
costumi Rosario Martone
aiuto regia Clara Bocchino
realizzazione scene Mauro Rea
scenografa stagista Accademia di Belle Arti di Napoli Rosaria Ruocco

STORIE DI NOI
di Beatrice Monroy
diretto e interpretato da Giuseppe Provinzano
con (in voce off) Dario Aita, Emmanuele Aita, Ninni Bruschetta, Filippo Luna, Lucia Sardo, Manuela Ventura

BEAT FORWARD
IGOR X MORENO & COLLETTIVO MINE
regia Igor Urzelai e Moreno Solinas
interpreti Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto

WELCOME TO MY FUNERAL – prima nazionale
nuova creazione di Brandon Lagaert (BE) per Equilibrio Dinamico Dance Company

PRIMAVERA DEI TEATRI 
Castrovillari, 27 maggio – 4 giugno 2023