CHIARA AMATO | È appena terminata, nella città di Cesena, la 4° edizione di FU ME Festival, sotto la direzione artistica di Michele Di Giacomo e grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna. Il festival multidisciplinare quest’anno aveva come fil rouge la tematica dell’Umana Natura, fondendo dal 19 al 23 luglio, esperienze artistiche estremamente eterogenee per «creare MEmorie e costruire FUturi».

Ad accogliere gli ospiti nella seconda e terza giornata troviamo Ulisse Romanò, nei panni di Demetra, delle Nina’s Drag Queens: nate nel 2007 dal Teatro Ringhiera di Milano, su un’idea di Fabio Chiesa, negli anni hanno ampliato la tipologia di spettacoli ed esperienze da proporre al pubblico con il progetto Tutta mia la città.
Lo stimolo nasce, in fase post pandemica, dall’esigenza di proporre ”un percorso dinamico, sensoriale, interattivo e culturale per risvegliare il corpo, ri-avvicinarsi agli altri, ritrovare il piacere dello spettacolo dal vivo».
I tour itineranti pensati dalle Nina’s sono Botanica Queer, per scoprire i prodigi transgender della natura urbana, e Milano Queer Tour, per far conoscere i quartieri milanesi della queer culture. Il primo viene riadattato da Romanò, in questa circostanza, per le strade e nei parchi di Cesena.

La passeggiata viene svolta con delle cuffie che permettono, sia l’ascolto della narrazione di Demetra, sia della musica da lei scelta per far immergere il viandante nel mondo vegetale e queer.
Sulle note di Mina e Bob Marley il performer riesce con competenza scientifica e leggerezza a seminare informazioni e collegamenti che mostrano quanto le piante siano queer, nel loro essere fluide nel genere, dotate di sensi e ingiustamente tenute ai margini (la questione ambientale crea antipatia, frizioni), in quanto non appartenenti al mondo animale/umano. L’origine della parola nella sua radice tedesca altro non vuol dire che obliquo, trasversale e libero quindi da una categorizzazione.

L’ironia delle illustrazioni cucite addosso, il linguaggio didascalico e l’alternanza con le allusioni, provocanti e provocatorie,  creano un gioco con l’ascoltatore attento.
Guida il suo seguito indossando, ideazione di Rosa Mariotti, un pantalone dai colori autunnali decorato da foglie, una giacca lunga verde (i disegni all’interno sono di Maddalena Oppici) che copre un bustier ovviamente pink, e un copricapo floreale esplosivo. Come una vera regina della flora urbana affabula, narra e mostra con argomentazioni, scientifiche e non, che le piante sono «sgargianti, leggermente esibizioniste, non binarie, dal genere fluido e non sempre riconoscibile, capaci di godersi la vita, aperte alle sperimentazioni, connesse con le stelle, vittime di pregiudizio, vittime di violenza».

Ph. Chiara Pavolucci

Chiacchierando con Romanò, si capisce l’importanza che il corpo dell’attore, e l’utilizzo che quest’ultimo ne fa, debba essere in primo luogo un corpo politico. La maschera diventa quindi militanza per far fronte all’urgenza di parlarne.
Innanzitutto, attraversare le città restituisce inclusione e riappropriazione degli spazi sociali, laddove c’è più di frequente uno sguardo di allontanamento nei confronti del mondo delle drag queen: è infatti interessante osservare la reazione tra i passanti al suo incedere con il suo seguito di fedeli abbracciatori di alberi. Passanti attoniti, passanti sorridenti, passanti scansanti.
In secondo luogo, l’innegabile rapporto tra sessualità e politica, e tra la politica e lo stare al mondo, viene affrontato in maniera più ampia: lascia sfumati i limiti del discorso, seppur chiaro, sul rispetto dell’altro e sulla capacità di sperimentarsi nell’alterità, che sia umana come vegetale, senza respingere. Il suo trans-femminismo accoglie e traspare lampante senza dover essere sbandierato.

BOTANICA QUEER

Prima regionale
di Nina’s Drag Queens
scritto, diretto e interpretato da Ulisse Romanò
costumi Rosa Mariotti
illustrazioni Maddalena Oppici

4° edizione FUME Festival, Cesena, 21 luglio 2023