CHIARA AMATO | Un ring, al centro alla sala Fassbinder dell’Elfo Puccini di Milano, accoglie lo spettatore della prima nazionale di Rocco/Rocca, coreografia e direzione di Emio Greco | Pieter C. Scholten.
Lo spettacolo nasce traendo spunto da Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti, capolavoro del cinema neorealista italiano, che narra la storia di una famiglia meridionale trasferitasi a Milano: il collegamento con il mondo del pugilato è Simone, uno dei fratelli di Rocco, per l’appunto.
I due coreografi, di fama internazionale, che dal 2014 dirigono il Ballet National de Marseille e nel 2012, durante il Dutch Dance Festival, con Rocco, hanno ricevuto il VSCD Dance Award per la “produzione di danza più impressionante”. Nel 2015, Rocca è stata presentata dal Ballet National de Marseille con un cast femminile. Questo successo internazionale diventa poi, nel 2022, ROCCO/ROCCA, una performance in cui il genere non ha più importanza.
Lo spettacolo si inserisce all’interno del contesto del Festival di danza MilanOltre, che ormai è giunto alla 37° edizione con 60 eventi tra focus internazionali, 10 prime nazionali, oltre 20 appuntamenti dedicati alle nuovissime generazioni, incontri, libri, masterclass e nuovi progetti. Il Festival continua ad essere un occhio di Milano anche sull’estero, per conoscere quel che si produce e si fa altrove in termini di nuovi linguaggi e aree di ricerca teatrali e musicali.

photo Alex Avgud

Lo spazio scenico è tutto raccolto nel ring, entro il quale i danzatori (Jordaine Lincoln, Sixtine Biron, Denis Bruno, Dennis van Herpen) si muovono. La sala è stata quasi totalmente riadattata per l’occasione: le sedute della platea sono disposte intorno al palco quadrato circondato di corde, come un vero e proprio luogo di scontro per lo sparring di pugilato. Dai vari lati quindi gli spettatori avranno visuali diverse della performarce.
In principio due danzatrici, in calzoncini da boxeur e top sportivo, si osservano fumando dai due angoli opposti del ring; tra il pubblico si aggirano altre due figure interamente vestite di nero con indosso una maschera da topi e guantoni pronti alla lotta.
Una musica da banda li accompagna finché, salendo in scena, crollano a terra quasi fossero alla fine di un incontro. Le due performer iniziano a muoversi, come ad uno specchio, respirando fortemente: simulano l’affanno degli atleti durante l’allenamento e anche i versi. La loro non è una lotta, ma un incastro di movimenti, rapidi, netti, a momenti tremolanti. La musica resta ripetitiva durante questa sequenza: scandisce un tempo, sempre uguale, nel quale i gesti si allargano gradualmente dal centro del ring, dove il cono di luce che le avvolge si allarga man mano. La musica poi cambia e il ritmo accelera.
Su note di tono quasi sacro, i due ratti si affrontano sul campo a suon di flessioni e destri. Con l’andare avanti del loro passo, si tolgono prima la maschera, la maglietta, poi i pantaloni e il copricapo, mostrandoci finalmente il loro volto. In un momento di break le due figure femminili si presentano in altri panni sul campo di battaglia: una come venditrice di snack, l’altra con un impermeabile e un cappello, e terminano questo breve stacco baciandosi appassionatamente.
I quattro corpi si muovono in stretti leggings metallizzati e la conclusione ce li mostra giocare in incastri fra coreografico e ginnico sui vari lati del ring.

photo Alex Avgud

I costumi, ideati da Clifford Portier, restano molto semplici durante la performance, ma pensati per raccontarci una storia. Nessuno degli abiti indossati accentua il genere anzi quasi lo nasconde, in questa fusione di ruoli.
Il disegno luci, di Paul Beumer e Pieter C. Scholten, alterna l’utilizzo di due faretti posti su lati opposti del ring, all’illuminazione dall’alto di numerose altre fonti luminose spot, creando tanti piccoli coni di luce che sembrano ciascuno evaporare in quello limitrofo.

Molto interessante l’utilizzo dello spazio scenico: seguendo uno schema di diagonali o laterali, i danzatori tracciano traiettorie nette, tranne per il passo a due iniziale che invece si apre a raggiera partendo dal centro.
Sicuramente il lavoro del duo Greco/Scholten funziona ed è ingaggiante per lo spettatore, anche per la scelta della localizzazione del palco che pone il pubblico in una posizione simile a quello di una tifoseria che si sente quindi più vicino e partecipe rispetto ad un’opposizione classica dei due spazi. Inoltre i giovani interpreti riescono, oltre che nell’abilità tecnica del finalizzare il gesto, a risultare efficaci nell’interpretazione, comunicativi ed empatici con il pubblico stesso anche per i brevi momenti di interazione. La mimica facciale è molto curata e pensata, per un’esperienza che va oltre la sola danza e il solo teatro.

 

 

ROCCO/ROCCA

coreografia e direzione Emio Greco | Pieter C. Scholten
interpreti Jordaine Lincoln, Sixtine Biron, Denis Bruno, Dennis van Herpen
costumi Clifford Portier
disegno luci Paul Beumer e Pieter C. Scholten
produzione ICK Dans Amsterdam
Il focus dedicato a ICK Dans Amsterdam è realizzato con il sostegno dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi

Prima Nazionale – Teatro Elfo Puccini, Milano, 1 ottobre 2023