ELENA SCOLARI | Teatro, irrazionale e salute mentale. Questa la linea sintetica del progetto Culture care, curato da Teatro19: quattro giornate di laboratori, spettacoli, incontri, prove aperte che hanno animato vari luoghi di Brescia, dal Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara  (sede del CTB, Centro Teatrale Bresciano, che ha prestato i propri spazi) al Piccolo Teatro Libero di Sanpolino, al Cinema Nuovo Eden e al Circolo ACLI San Polo senza dimenticare il Bar Lumi dove spettatori e operatori si sono potuti ristorare con un buon pirlo  al Select. Insomma quattro vivacissimi giorni di pensiero e riflessioni intorno al teatro che lavora con la salute mentale per ragionare insieme su cosa significhi ‘irrazionale’, su cosa sia la follia degli artisti e segnare così un punto – sempre in movimento – condiviso e comune tra attori, operatori, spettatori e critici.
Francesca Mainetti, Roberta Moneta Valeria Battaini, battagliere e poetiche, in queste giornate hanno aperto le porte delle proprie pratiche professionali e hanno chiamato me e Massimo Marino – in qualità di testimoni – per coordinare un ‘gruppo critico’ che ha partecipato e osservato con noi questa occasione di approfondimento sulle possibili vie artistiche correlate al lavoro teatrale costruito con persone portatrici di disagi psichici. A Culture care (che si può anche pronunciare all’italiana) abbiamo visto Macbellum. La guerra dentro (versione sanguigna di Macbetto di Giovanni Testori, sua volta composto a partire dal Macbeth di Shakespeare e di cui abbiamo parlato qui al debutto) e uno studio sulla nuova produzione ispirata a La sagra del signore della nave di Pirandello, entrambi della Compagnia Teatro Metamorfosi, nata alcuni anni fa proprio dal lavoro dei professionisti di Teatro19 con utenti dei centri di cura mentale che citiamo tutti insieme, senza distinzione: Daniele Gatti, Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Mariagiulia Manni, Katia Mordenti, Monica Winters, Francesca Valenti, Isabella Zipponi; in programma anche l’Accademia della Follia Claudio Misculin di Trieste e Teatro Nucleo di Ferrara, rispettivamente con lo spettacolo Quelli di Basaglia… a 180° e il film-documentario girato per i 40 anni della Compagnia, Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza, e Memorie dal reparto n. 6, ispirato all’omonimo racconto di Anton Cechov Reparto n. 6.

ph. Mauro Zani

Culture care fa parte del progetto IN-LUDERE – Teatro sociale d’arte a Brescia fra centro, periferia e provincia” vincitore del bando “Cultura diffusa 2024” di Fondazione Cariplo per il biennio 2025-26 e arriva dopo le sette edizioni di METAMORFOSI Festival – scena mentale in trasformazione (2015-2021): si tratta di un patto di coproduzione tra Teatro19, città ed enti di cura. Non è più solo il teatro a prendersi cura dell’evento culturale, ma grazie al lavoro condiviso, le istituzioni sostengono la produzione e danno valore alla ricerca teatrale fatta in relazione alla salute mentale.
L’obiettivo di queste giornate non era solo mostrare spettacoli fatti e finiti a un pubblico esterno ma incontrare davvero destinatari, attori e critici per analizzare insieme il significato del lavoro teatrale agito in un ambito così delicato come quello dei disturbi psichici. Ciò che di più incandescente è emerso è infatti la consapevolezza che il valore della ricerca attraversa tutti, sani e matti, anche perché il confine può essere labile e il viaggio nella comprensione di sè è imprescindibile per chiunque. A maggior ragione in un momento storico-politico-sociale così complesso e instabile.
“I nostri utenti sono persone che stanno male e vogliono guarire. E noi ci aiutiamo a vicenda”, ci dice Francesca Mainetti, guida artistica della compagnia Teatro19, “alla base del nostro lavoro c’è un’urgenza di felicità, cercata in un teatro spirituale e giocoso, crudele e pieno d’amore, che cerca di innovare il linguaggio andando a fondo nell’animo umano, a stretto contatto con chi fa della propria ricerca artistica e umana una via resistente”.

ph. Simone di Luca

E se in Macbellum è fortissima la relazione tra il triviale e la componente animale che esiste in ognuno di noi, ne La sagra del signore della nave ci si concentra sull’aspetto “popolare” di una festa paesana che culmina con l’ammazzamento del maiale, rito conosciuto nell’area bresciana piena di campagne, inserendo pensieri sul rapporto tra arte e potere, sulla libertà dell’artista e sull’importanza del ‘dissidere‘. La Compagnia degli Scarrozzanti di Testori ha messo in scena Macbellum/Macbetto e ora si appresta ad affrontare Pirandello, con le stesse caratteristiche di sghembitudine e con una lingua sporca, mista, ancora da aggiustare perché non diventi troppo artificiale. La tracotante sconcezza di Testori ha urtato alcuni membri del gruppo critico: “Solo un folle poteva scrivere scene del genere”, affermazione interessante proprio a riprova del labile confine che in arte esiste tra norma e devianza.
Più descrittivo il lavoro di Accademia della Follia, in cui si racconta il momento epico di apertura dei manicomi nel 1978 a opera di Franco Basaglia, la sua impresa sfociò poi nella legge 180 e sullo spazio scenico, gli attori interpretano proprio quella storia, dando corpo e voce a parole di Basaglia stesso, dei suoi seguaci e dei matti da lui liberati. Il gruppo critico ha soprattutto rilevato il valore sociale e civico di questa operazione di memoria e testimonianza, perché non si disperda il ricordo delle nequizie compiute a danno dei malati. Il film documentario ha poi mostrato ancor meglio l’origine e la fisionomia dell’Accademia, dal 2019 orfana della magnetica e incontenibile guida di Claudio Misculin ma sempre impegnata a incarnare una storia artisticamente eccentrica e fuori dell’ordinario. Il dubbio che ci possa essere un’eccessivo attaccamento alla propria condizione viene proprio a uno degli attori di Teatro Metamorfosi, che segnala il timore di un’esaltazione del ruolo del matto, in cui si rischia di rimanere cristallizzati invece che allontanarsene grazie all’arte.
Nel film si vede anche il sorriso aperto e gioioso di Giuliano Scabia che, lo vogliamo ricordare, ha dato il suo ultimo contributo pubblico proprio nel convegno on line Teatro di ordinaria follia, organizzato da Teatro19 nel febbraio 2021.

ph. Marco Giuranna

Nei testi teatrali di Anton Čechov sembra che accada poco, i fatti sono fatterelli, la noia regna spesso sovrana tra un samovar e l’altro, perché tutto il tumulto è interiore. Nei racconti c’è invece profondo amore per il paradosso: in Reparto n.6 siamo in un manicomio, un medico conosce un paziente, lentamente diventa suo amico, fino ad aspettare con impazienza le visite al malato perché di certe cose può parlare solo con lui, il pazzo è un fine intellettuale filosofo e la bellezza è proprio il graduale, sottilissimo, avvicinamento dei due personaggi, che arriva a far passare il dottore dall’altra parte, a sua volta internato. Nello spettacolo di Teatro Nucleo, Daniele Giuliani (in scena con un braccio ingessato) è interprete generoso, pieno di energia, forse qui e là anche troppo prorompente, e tende a caricare gli aspetti più pesanti della vicenda, trascurando l’impalpabilità dell’equivoco psicologico cucito dall’autore russo.

Tirare le fila di questa ‘quattrogiorni’ davanti al pubblico intervenuto domenica sera al Santa Chiara è stato un lavoro di squadra, la restituzione di noi critici-testimoni durante l’incontro finale è stata possibile grazie all’attenzione e alla serietà con cui i membri del gruppo critico hanno guardato spettacoli, film, laboratori e prove, occhi sinceri e acuti che hanno saputo entrare dentro alla propria incoerenza. Per leggerla senza paura.

CULTURE CARE
MACBELLUM – LA GUERRA DENTRO

Da Macbetto di Giovanni Testori
Regia e adattamento Francesca Mainetti
Assistente alla regia Gianpaolo Corti
Luci Elena Guitti
Foto di scena Mauro Zani
Divise fornite da Associazione Cenni Storici
Con Valeria Battaini, Gianpaolo Corti, Daniele Gatti, Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Mariagiulia Manni, Roberta Moneta, Francesca Valenti, Giusy Zanini

LA SAGRA DEL SIGNORE DELLA NAVE

Primo studio e lettura, riscrittura da Luigi Pirandello
Regia e drammaturgia Francesca Mainetti
Con Valeria Battaini, Daniele Gatti, Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Francesca Mainetti, Mariagiulia Manni, Roberta Moneta, Katia Mordenti, Monica Winters, Francesca Valenti, Isabella Zipponi

QUELLI DI BASAGLIA… a 180°

Regia Antonella Carlucci
Drammaturgia e ricerca Angela Pianca e Antonella Carlucci
Coreografie Sarah Taylor
Musica Mario Rui
Canto a cura di Alice Gherzil
In scena Gabriele Palmano, Marzia Ritossa, Pavel Berdon, Carmela Bevilacqua, Giuseppe Feminiano, Paola Di Florio, Franco Cedolin, Abril Pimentel, Giordano Vascotto, Alberto Furlanis
Disegni di Luca Bencich
Scenografia realizzata da Strambo – La Collina 

NOI SIAMO GLI ERRORI CHE PERMETTONO LA VOSTRA INTELLIGENZA

Regia Erika Rossi
Fotografia Daniel Mazza
Montaggio Beppe Leonetti, Erika Rossi
Interpreti Claudio Misculin, Angela Pianca, Cinzia Quintiliani, Sarah Taylor, Antonella Carlucci e L’accademia della Follia

MEMORIE DAL REPARTO N° 6

Da Reparto n. 6 di Anton Čechov
Regia e drammaturgia Horacio Czertok e Cora Herrendorf
In scena Daniele Giuliani

CULTURE CARE, Brescia | 3-6 aprile 2025