PAOLA ABENAVOLI | L’amore e il dolore; il desiderio di verità; la spiritualità; il mondo che cambia al di là di ogni previsione: un urlo, un canto che si unisce alla poesia, un momento di teatro che sfugge alle categorie, e porta in scena un filo unico, unico sentire, un’unica voce. Pippo Delbono ed Enzo Avitabile rinsaldano ancora una volta il loro sodalizio artistico, realizzando, attraverso il reading-concerto Bestemmia d’amore, quasi un canto all’unisono; sonorità che diventano un tutt’uno, emozioni che sembrano non scindersi tra musica e poesia, ma seguire una fluidità di racconto che, dal palcoscenico, arriva diretto in platea.

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Foto Marco Costantino

Uno spettacolo che Delbono e Avitabile propongono da qualche tempo, dopo il debutto del 2014, con un’intensità che si rinnova, che prende le mosse da parole del mistico Juan De La Cruz, di Rimbaud, da quelle profetiche di Pasolini (che ritorna spesso nei lavori di Delbono), il quale – afferma l’attore – «aveva previsto molte cose, ma non era arrivato a prevedere dove sarebbe andato a finire il mondo», per arrivare, poi, a guardare l’oggi con una forza di sguardo che supera forme e suoni.

L’universalità di parole, che mostrano passato e presente: l’inseguire «la musica, e basta», come urlato più volte da Delbono; l’amore che «è solo una parola», canta Avitabile. Quell’amore cercato, così come la preghiera.
«Il sangue non è acqua, è sempre passione». Passione, ma anche dolore: quello che riecheggia in Lampedusa, insieme però alla poesia, e a tante altre cose, evidenzia Delbono, mentre la musica sembra riprodurre «il suono dell’acqua» e le luci blu avvolgono la scena.

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Foto Marco Costantino

Quella scena che è letteralmente riempita dalla musica, dalle sonorità che sembrano inglobare i protagonisti: un Delbono come sempre dentro ogni parola, dentro ogni suono, dentro ogni movimento, che accenna in proscenio, incarnando sentimenti ed emozioni; un Avitabile che ancora una volta si rivela artista che sa leggere la contemporaneità, l’essenza umana, attraverso percorsi musicali frutto di una ricerca profonda e di una sapienza tecnica e artistica che davvero valica i confini e le definizioni.

Musica che si integra perfettamente con i versi, con le frasi, che diventa teatralità senza soluzione di continuità, che ripropone echi di mondi lontani e differenti, ma che diventano un unico sentire. Con l’arpina che richiama nenie antiche o con il sax, Avitabile (insieme a Gianluigi Di Fenza alla chitarra napoletana e Carlo Avitabile ai tamburi) tratteggia questo viaggio artistico insieme a Delbono, complice, voce che scuote, interprete di un teatro che, anche in questa particolare produzione, mette in scena con forza sensazioni, immagini, scontri e incontri, corporeità che si unisce alla riflessione; lampi di quell’universo artistico che ormai costituisce un unicum nel panorama internazionale.

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Foto Marco Costantino

Questo Bestemmia d’amore ne è un saggio, un frammento, ma non per questo meno intenso, meno diretto, meno coinvolgente delle sue altre produzioni; tutt’altro: è esempio, non consueto, di una sintesi artistica sapiente, che appare come naturale, come una storia che nasce da un’esigenza, da una volontà comune, che prende forma in scena, di espressione, di comunicazione, di grido quasi, di un’emozione tra dolore e passione; che scaturisce dal confronto di mondi, quello sacro e quello profano, che non prescindono da una spiritualità, da un’umanità che accomuna. E che diviene arte.

 

BESTEMMIA D’AMORE
di e con Pippo Delbono ed Enzo Avitabile

Chitarra napoletana Gianluigi Di Fenza
Tamburi Carlo Avitabile

 Horcynus Festival
Teatro Francesco Cilea – Reggio Calabria
31 marzo 2019