VALENTINA SORTE | Cosa succede quando due corpi anagraficamente distanti come quelli di Antonio Caporilli (classe 1956) e di Francesca Lastella (classe 1991) si incontrano in un luogo la cui unica dimensione è il presente? La danza può diventare uno spazio inter o transgenerazionale che grazie alla sua circolarità scardina la nostra percezione anagrafica e lineare del tempo? Lo spazio atemporale della danza può riscrivere una nuova topografia intima e fisica delle età? Forse sì. 

Taca Tè ©Andrea Bellusci

È su questo tema che si snoda la ricerca di Lara Guidetti in TACA TÈ, in co-produzione con la Compagnia Sanpapié e all’interno di Over Dance, un progetto promosso dal Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto sul tema della longevità nella danza. Il lavoro è stato presentato in prima assoluta all’Elfo Puccini nell’ambito di MILANoLTRE Festival ed è il primo capitolo di una trilogia. 

In particolare, TACA TÈ ha preso le mosse da Dal liscio al rave, un laboratorio che si è tenuto a Reggio Emilia nel corso del 2023 e che ha coinvolto cittadini over 65 e under 25. L’obiettivo è stato quello di ripristinare il ballo e la sala da ballo come zone franche, come spazio di intersezione delle generazioni, di trasmissione, di conoscenza reciproca innescata da una pratica comune e libertaria. Il ballo liscio e il rave sono diventati così questo terreno comune di riscrittura collettiva. 

Taca Tè ©Andrea Bellusci

È stato molto interessante osservare come Laura Guidetti ha usato lo spazio scenico, che richiamava esplicitamente la sala da ballo, in chiave drammaturgica. Lo spazio ipercodificato del liscio, regolato da una forza centripeta che àncora i corpi in passi e ruoli fissi, si trasforma nel corso della performance in uno spazio completamente centrifugo, libero da strutture e sovrastrutture. Ad accompagnare questa lettura dello spettacolo anche la composizione musicale di Alberto Sansone e Marcello Gori che intreccia abilmente brani della tradizione del liscio emiliano a sonorità strumentali ed elettroniche. 

All’inizio i due danzatori si trovano alle estremità opposte della pista, in una dimensione frontale. I loro tempi interni/anagrafici sono lontani e ben delineati, ce lo ricordano i due coni di luce che definiscono il loro spazio di movimento. Il titolo “Taca tè”, in dialetto emiliano, richiama appunto l’attacco tipico del ballo liscio che invita esplicitamente a ruoli codificati, così come nella vita ci sono età codificate. I due corpi si muovono secondo linee convenzionali, su figure di ballo conosciute. Tuttavia queste ultime sembrano essere strette e inizia allora una sorta di dibattito fisico e intimo in cui i due performer cercano di entrare in contatto l’uno con l’altro e di trovare una dimensione altra, in cui passato e presente coabitano e in cui l’unico tempo che conta è quello interno. Il percorso non è assolutamente facile. Si ripetono movimenti volutamente disallineati, sfasati per poi trovare una linea comune.  

Taca Tè ©Andrea Bellusci

La fatica e la difficoltà di passare da una percezione esterna del corpo a una percezione interna sono quelle che prova anche il pubblico in sala. Non si tratta solo di due età anagrafiche diverse che si incontrano ma anche due generi diversi (maschio/femmina), quindi i livelli di lettura a volte sono doppi e districarli a volte è impossibile. Non tutte le sequenze sono infatti di facile lettura, ma probabilmente questo è l’enjeu, ovvero la posta in gioco.  

TACA TÈ è un gioco ironico e surreale di scomposizione e ricomposizione da cui emergono fragilità e vulnerabilità di due corpi/età apparentemente distanti. Alcune prese ribaltano i ruoli e ridefiniscono un diverso equilibrio fra le parti: il corpo saldo diventa quello fragile e viceversa, le figure di leader e follower si invertono. Caporilli si aggrappa al corpo esile di Lastella e il momento successivo è lui a tenerla per i piedi mentre è in verticale sulla propria testa. I limiti si spostano, gli stereotipi saltano. Ecco che allora, all’interno del liscio, si apre uno spazio di grande libertà, e il passaggio a sonorità più elettroniche, più rave non segna un contrasto ma piuttosto una continuità. Un flusso di movimento in continuo divenire. L’effetto è quello di uno strano spaesamento.   

Taca Tè ©Andrea Bellusci

Quella della Compagnia Sanpapiè e di Lara Guidetti è una ricerca sulla longevità nella danza molto originale che, vista la sua complessità, non si esaurisce con questo primo, breve lavoro. Sicuramente il laboratorio da cui è nata questa creazione, Dal liscio al rave, è stato un prezioso punto di partenza, vista soprattutto la valenza sociale del progetto. La sua trasposizione in scena richiede però un approfondimento. Attendiamo quindi il secondo capitolo della trilogia che, come anticipato da Laura Guidetti, vedrà in scena due danzatrici di età diversa 

 

TACA TÈ

coreografia Lara Guidetti
assistente alla coreografia e costumi Fabrizio Calanna
performer Antonio Caporilli e Francesca Lastella
realizzazione scene Maria Croce
musiche originali e rielaborazioni Marcello Gori e Alberto Sansone
coproduzione SanpapiéFondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e MILANoLTRE Festival

MILANoLTRE Festival
01 ottobre