MATTEO BRIGHENTI | Come stai? Da quanto tempo non chiedi né ti chiedono, per davvero, come stai? Non in modo automatico o meccanico – una formalità da sbrigare subito e presto, per poi andare oltre, passare ad altro, ma come fa Monia Baldini. Con lei comincia tutto da come stai. Non c’è niente di più importante che vuole sapere di te e di me per incontrarci. Aspetta e ascolta la mia risposta, la tua e la nostra collettiva, perché le interessa umanamente – lo capisci dalla dolcezza con cui ti guarda dritto negli occhi. Anche e soprattutto perché è venuta al Teatro di Cestello di Firenze per spalancare le porte della sua casa interiore. E vuole accogliere degli ospiti, non degli estranei.
Lo dichiara fin dal titolo: Be My Guest. Un invito che è quasi un monito a fidarci di lei e, di conseguenza, di noi stessi. Per aprirci pure noi il più possibile, o quanto è possibile. Del resto, siamo a Il Respiro del Pubblico Festival di Cantiere Obraz, dove mettersi in gioco è naturale come l’aria. Baldini, per l’occasione, si fa addirittura in sei. Ora è La Presentatrice, ora è L’Attrice Tragica, ora è L’Artista, ora è Venere, ora è La Bestia, ora è Me Stessa. Sono le voci del suo “corpo artistico” che sgomitano per prendersi la scena e realizzare quell’unico spettacolo che le faccia sentire finalmente accettate. Tutte insieme appassionatamente.

Foto di Emilio Trambusti / Courtesy of Il Respiro del Pubblico Festival

Il fluire dalla manifestazione da un’identità all’altra è continuo: ha un condominio dentro di sé, come racconta con rara efficacia visiva il manifesto di Jonny Woolley. Il palcoscenico è uno specchio frantumato, le immagini che rimanda non sono univoche, sono molteplici. E fanno ridere, molto ridere, per la schiettezza con cui danno mostra di vizi, debolezze, piccole manie e grandi smanie. Una sincerità che ha portato Be My Guest, nella versione in inglese, al SoHo Theatre Playhouse di New York, dopo il premio Fringe Encore Series nel 2022 al Milano Off Fringe Festival, all’Edinburgh Festival Fringe 2023, al Cockpit Theatre e al Chelsea Theatre Festival di Londra.
Il riso è la lingua universale che Monia Baldini ha scelto per rendere chiaro che tutto quello che facciamo serve a espanderci, non a nasconderci. Il suo, infatti, è un “condominio” che interroga e risponde alla sua stessa biografia. È il viatico per affermarsi, ovvero per capire che cosa ha fatto nella vita, e magari anche perché l’ha fatto. Il divertimento, quindi, non è il fine: è il mezzo. Be My Guest ti intrattiene e quando ti ha presǝ – e ti prende, che tu lo voglia o no, perché il dispositivo è infallibile – ti accompagna in una confessione intima e poetica su sacrifici, rinunce, sogni, speranze di costruire la propria vita sul teatro. O meglio, sui desideri.

L’immagine di Jonny Woolley per il manifesto di “Be My Guest”

Di episodio in episodio, di aneddoto in aneddoto, lo spettacolo prende sempre più le sembianze di un esorcismo carnevalesco, una spassosa cerimonia con cui Baldini esce dal suo corpo per rientraci solo dopo aver abolito le normali gerarchie sociali tra il giusto e lo sbagliato e aver rovesciato i ruoli tra autrice e personaggi. Ecco, Be My Guest è una sorta di Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello per attrice sola che pratica tutta l’ironia e l’autoironia di cui è capace per non sentirsi mai più sola.
Gli universi del clown e del bouffon, del mimo e del trasformismo, dell’improvvisazione e del cabaret, si fondono in lei per ribaltare il lessico della scena, i suoi elementi e le sue strutture, contro la scena stessa. Perciò, anche contro di sé. Il Big Bang comico e poetico insieme che si innesca trasforma il nostro stare adesso a teatro nel suo personale rito di riattivazione di motivazione e liberazione dalla paura di non vivere appieno i propri talenti. In definitiva, di non vivere.

Foto di Emilio Trambusti / Courtesy of Il Respiro del Pubblico Festival

Ci vuole coraggio per fare uno spettacolo tanto nudo e indifeso. Coraggio e consapevolezza. Bisogna essere una persona risolta, o almeno riconoscere che ribelle non è cosa togli alla luce: è cosa dài. Monia Baldini ci mette responsabilità e amore, quelli di un’attrice che vuole restare sé stessa davanti al pubblico come una madre davanti a suo figlio.
Così, finisce là dove è cominciato tutto: da come stai. A sentire gli applausi, la risposta vera per tuttɜ è una: mai statǝ meglio. Al punto che ci salutiamo carichɜ e festosɜ come combattenti di ritorno dalla vittoria di una guerra d’indipendenza. E già prontɜ alla prossima.

BE MY GUEST

scritto, diretto e interpretato da Monia Baldini
supervisione artistica di Giovanni Fusetti
poster Jonny Woolley
fotografa Lorna Milburn
prodotto da Giuseppina Di Gesaro & KanterStrasse

Spettacolo vincitore dell’Award 2022 Fringe Encore Series (NYC, USA) e inserito nel cartellone dell’Edinburgh Festival Fringe 2023

Teatro di Cestello, Firenze (Il Respiro del Pubblico Festival) | 24 novembre 2023