È TUTTA QUESTIONE DI IMMAGINE (E DI PIPÌ)
di Lia Dalu
Foto Lia Dalu

   Caro diario,
è ufficiale, è iniziato il lockdown, da domani la scuola sarà chiusa e non ci dovrò andare per un bel po’di tempo. Non sono dispiaciuta e non capisco perché mia madre l’abbia presa così male. Ho cercato di spiegarle che questa cosa non mi turba affatto e che sarò in grado di studiare da casa in piena autonomia, ma lei sembrava non ascoltarmi, continuava a piangere e guardare me e Giovannino che intanto faceva pipì nella lettiera del gatto. Anche il gatto mi è sembrato piuttosto preoccupato. Giovannino invece no. Era felice.

Io sono contenta di non andare a scuola perché non sarò costretta a vedere la Lorena e la Veronica, le mie consulenti di immagine, delle vere professioniste dello stile, solo un po’ rigide. Non permettono che io vesta male (cosa che capita tutti i giorni) o che mangi troppo, altrimenti sono botte. Ecco, se c’è una cosa che fa uscire dai gangheri la Lorena, a parte il Total Look, è quando porto per merenda il panino con la nutella. Se vuoi dar noia alla Lorena devi tirare fuori dallo zaino un panino con la nutella e addentarlo. Allora lei diventa tipo idrofoba, il panino te lo strappa di mano e lo ingurgita senza masticare, come un serpente. Fa un po’ paura. 

Papà ci ha riuniti tutti in salotto e ha detto che dovremo trasformare questo momento di crisi in un’occasione di crescita e confronto familiare.
Impareremo a fare la pasta, il pane, la pizza, i ravioli e le lasagne, avremo modo di stare più insieme e goderci il calore del focolare domestico, ma lo faremo in silenzio, mentre lui lavorerà da casa.
Ho provato a intervenire durante la riunione per parlare delle mie video lezioni ma non erano state inserite all’ordine del giorno.
Papà ha proseguito spiegandoci che questo si chiama Smart Working.
Ho chiesto alla mamma cosa significa ma lei ha ripreso a piangere come una fontana, mentre Giovannino continuava a gridare “Ravioli ravioli” e faceva pipì sul divano.
A Giovannino piacciono parecchio i ravioli. Anche a papà.

Ho cercato su internet Smart Working, significa “Lavoro Agile”, ma detto in inglese fa tutto un altro effetto. Ora parlano tutti in inglese: Lockdown, Smart Working, Task Force, solo papà continua a bestemmiare agilmente in italiano.

L’ufficio di papà è in realtà la nostra cameretta, non ci possiamo giocare e nemmeno dormire, perché lui sta rinchiuso lì dentro per ventiquattro ore. Ogni tanto tira fuori la testa e dice “Gente di merda, gente di merda”. Esce solo per andare a fare la pipì e buttare la spazzatura e a volte fa le due cose insieme, per non perdere tempo.

La cucina è occupata da mamma e dai barattoli di lievito madre, perché mamma ha preso molto a cuore la questione del pane, della pizza e via dicendo. Anche il frigorifero è occupato dai barattoli. Io non lo sapevo che il lievito madre è un essere vivente. Che mangia, cresce, mangia, cresce e più cresce più devi fare barattoli per conservarlo. E poi lo devi tenere in frigorifero altrimenti muore. Mia mamma piange e nutre il lievito madre, a volte lo accarezza e lo chiama per nome, ma solo quando pensa che non la vediamo.

La camera dei miei, invece, è occupata da Giovannino e dai suoi lavoretti, che poi, sono fatti da me e dalla mamma perché Giovannino ha un leggero disturbo dell’attenzione oltre che della vescica. 

Io studio sul terrazzino. Dopo che ho fatto i lavoretti e tenuto occupato Giovannino. Studio dalle 16.30 alle 17.50, poi alle 18.00 devo sloggiare perché c’è l’inno d’Italia e il brindisi sui balconi con i vicini.

   Caro diario,
stiamo chiusi dentro casa da diverse settimane e l’umore di papà sta via via degenerando. Le poche volte che si disconnette è irritato e nervoso.
Ieri se l’è presa addirittura con Errison, il lievito madre di mamma. Lo ha minacciato verbalmente e fisicamente, pare per una questione di gelosia. La mamma, intanto, ha finalmente smesso di piangere, da qualche tempo ha iniziato a coltivare una strana pianta che sembra le dia molte soddisfazioni, infatti in certi momenti arriva quasi ad essere euforica. È più felice anche quando si tratta di fare i lavoretti di Giovannino ed è diventata bravissima. Ieri è riuscita addirittura a costruire un sistema di irrigazione semiautomatico utilizzando delle cannucce, l’interno dei rotoli di carta igienica e la colla a caldo. Era molto compiaciuta. Però ha smesso di impastare perché si è troppo affezionata al lievito.  

   Oggi la vedo dura, qualcuno ha lasciato un barattolo di Errison fuori dal frigorifero, Giovannino lo ha trovato completamente afflosciato e ha lanciato immediatamente un grido dall’allarme. La mamma se l’è presa con papà e lui si è difeso dicendo che stava solo cercando di raggiungere una fetta di bresaola che nelle profondità del frigo tentava il suicidio per scarsa autostima, perché di qualcosa si dovrà pur nutrire.
Ma mamma non lo ascoltava, era troppo occupata a rianimare il lievito.
Intanto, il gatto, emotivamente instabile, perché da settimane sta portando avanti uno sciopero dell’igiene per via della condivisione della lettiera, ha approfittato della confusione per lanciarsi in un agguato contro il cavo ethernet di papà riducendolo a brandelli. A quel punto papà ha iniziato a piangere, mentre mamma cercava di consolarlo offrendogli una strana sigaretta e Giovannino saltava e si dimenava girando loro intorno e urlando “Gente di merda gente di merda”. 

   Caro diario,
non ce la faccio più. Ho sonno e sono preoccupata per il mio esame di terza media. È da giorni che cucino, impasto, pulisco e cerco di scrivere la mia tesina di notte sulle scale, perché il bagno, l’unica stanza che era rimasta libera, è stato occupato dal gatto in un gesto estremo di protesta e quindi ora scendiamo a turno a buttare la spazzatura (tranne Giovannino). Sospetto che la Veronica e la Lorena abbiano ragione, il mio deve essere un problema di immagine dato che nessuno mi vede.

Perciò oggi ho indetto una riunione con i seguenti punti all’ordine del giorno:
1- Non avete generato un ologramma
2- La questione della lettiera, perché mi sembra una cosa importante. 

Ma papà ha subito preso la parola e mi ha liquidata dicendo di aver letto un interessante articolo in cui si parlava dell’impatto fortissimo che il lockdown ha avuto sui bambini. Un’indagine scientifica condotta da una qualche università ha dimostrato come durante questo periodo di quarantena almeno sette bambini su dieci sono regrediti. Sono aumentati disturbi del sonno, attacchi d’ansia, irritabilità ed episodi di pipì a letto. A lui sembra evidente che il mio stato corrisponda perfettamente a questo quadro clinico, compresa la pipì a letto, o lettiera, fa lo stesso, ma non c’è da preoccuparsi, mi riprenderò. 

   Caro diario,
provo come una strana sensazione di solitudine, iniziano a mancarmi anche la Lorena, la Veronica e le botte che mi davano per un calzino troppo sgargiante.
Il gatto intanto è diventato nichilista, si aggira per la casa e distrugge qualsiasi cosa gli capiti a tiro, lettiera compresa.
Speriamo di tornare presto a scuola. 

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