ELISA LICCIARDI* | Prosegue a vele spiegate la 17a edizione di Short Theatre 2022 Vibrant Matter a Roma e altrove. Short decide di abitare più luoghi della Capitale e più “altrovi”, infatti l’impressione che si ha entrando nei suoi spazi è proprio quella di trovarsi in una città nella città. Un altrove appunto dove l’unico linguaggio universale è quello artistico e performativo. Il mio “altrove” l’ho respirato e vissuto domenica 11 settembre al Mattatoio, in un pomeriggio che inizia quasi a profumare di autunno.

In attesa dell’apertura della sala, lo sguardo cade attorno a quella che un tempo era un’area dedicata alla lavorazione dei suini, la cosiddetta Pelanda. Un luogo, seppur oggetto di contaminazioni e di modifiche, porterà sempre con se un pezzo della sua vecchia identità; ed è per questo che nel trovarsi lì si ha come la sensazione di essere anche altrove.
All’interno di questa particolare cornice si forma una lunga fila di persone, che attendono di immergersi nel mondo di Muta Imago attraverso il loro Ashes-Ceneri”.  Muta Imago si presenta come un “progetto di ricerca artistica” e compagnia teatrale nata nel 2006 a Roma e che successivamente si stanzia anche a Bruxelles. Alla guida di questo progetto ci sono Claudia Sorace (regista) e Riccardo Fazi (drammaturgo e sound designer). Fanno parte di questa grande famiglia tutti coloro che sono stati, sono e saranno coinvolti nella realizzazione degli spettacoli.

Ashes- ceneri Muta Imago, ph Claudia Pajewski

Il buio avvolge la sala e si parte. Prima ancora di sapere chi è presente sulla scena, si odono bisbigli, sussurri, sospiri. Si inizia a fare conoscenza prima con le voci che con i corpi. Piano piano una tenue luce calda inizia a illuminare soltanto qualche dettaglio: ora una mano, ora un braccio, ora un particolare dei capi d’abbigliamento indossati. Fino a quando i protagonisti si svelano ai nostri occhi; sono quattro, due uomini e due donne ognuno in piedi davanti ai propri leggìo e microfono. I due uomini indossano jeans e polo, le due donne gonna e canottiera.

Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu e Arianna Pozzoli sono pronti a trasportarci in un viaggio sonoro dove non affiorano risposte ma domande. La performance liberamente ispirata all’opera di Čechov Tre sorelle” conduce in tempo sospeso dove tutto sembra sovrapporsi quasi in maniera frenetica, ma infine quello che traspare è un’apparente immobilità.

Nelle opere del drammaturgo russo, gli eventi sembrano susseguirsi tutti in un tempo apparentemente lineare, quando in realtà ciò che si percepisce è piuttosto un tempo fermo e dilatato.
Interessante scelta drammaturgica quella di prendere ispirazione proprio da Tre sorelle, viene da chiedersi il perché di questa decisione, in quanto in tutte le opere di Cechov è presente un’unica matrice principale ovvero lo spasmodico bisogno di un futuro migliore contrastato però da un’enorme paura di abbandonare ciò che realmente si conosce; o peggio ancora la paura di non sentire più nulla.
Ascoltando attentamente le parole lette e pronunciate dagli attori, ci si rende conto di quanto in Tre sorelle questi elementi siano più presenti rispetto a qualunque altra opera del drammaturgo russo: risuona molto forte il grido di una gioventù in grado di rivoluzionare il mondo e che però rimane bloccata e ingabbiata dalle sue stesse paure. Tre sorelle sono proprio questo, tre giovani donne che vedono in Mosca una possibilità di salvezza ma la paura dell’ignoto resta sempre più forte del desiderio di futuro. Quello che emerge in Ashes  è proprio questo grido che si veste di interrogativi frenetici alla ricerca di una risposta che possa riordinare tutto. Ashes è il tentativo di raccogliere le ceneri di un tempo che lascia tracce indelebili senza fornire spiegazione alcuna.

Ashes- ceneri Muta Imago, ph Claudia Pajewski

Nell’udire le voci dei protagonisti siamo invitati a riflettere sul tema dell’illusione, della felicità e dell’infelicità. La consapevolezza che spesso la vita è agonia. “Quando iniziamo a vivere diventiamo grigi e gretti”, così uno dei quattro attori ripete più volte quasi a voler imprimere questo concetto nella mente di chiunque.
Nell’opera cechoviana il tanto agognato futuro migliore per cui i personaggi avrebbero mosso mari e monti, si sgretola lasciando il posto a una onnipresente attesa fatta di sogni, speranze e mai di azioni concrete.

Ashes ripropone questo aspetto della drammaturgia cechoviana attraverso il suono: il pubblico ha la possibilità di assistere a un vero e proprio concerto di voci che si sovrappongono, si incontrano e si scontrano. Si muovono su binari temporali diversi e sono fermi in un immobile presente. Questa vita che sembra ripetersi in un moto perpetuo e sempre uguale, non si riesce mai ad afferrarla.

Ashes – Ceneri | Muta Imago, ph. Claudia Pajewski

Come nell’opera del drammaturgo russo, anche Muta Imago consente al pubblico di immergersi nella quotidianità dei quattro protagonisti; si attraversano compleanni, lutti, feste, amori e interrogativi di ogni genere da “Dove ho lasciato l’ombrello?” a “Dove sono finiti i bei tempi?”.
Vengono presentate storie di fratelli, sorelle, mogli, mariti, figli mentre si viene trasportati avanti e indietro in un continuo flusso di pensieri e ricordi che sembrano vivi davanti a noi grazie alla bravura dei quattro interpreti. Posizionati in piedi l’uno accanto all’altro, gli attori non si guardano mai negli occhi, ognuno è immerso nel suo mondo e nello stesso tempo a tratti, ognuno di loro è collegato all’altro tramite l’ausilio della voce.
L’alienazione dei personaggi cechoviani in Ashes è ben visibile proprio da questa apparente solitudine che rende ogni ogni personaggio un’isola. Anche se nell’opera del drammaturgo russo i protagonisti incrociano più volte i loro sguardi e interagiscono tra di loro, si percepisce come ognuno poi viva una propria esistenza personale che percorre un tempo diverso ma si incontra e si scontra con quello presente. Efficaci in questo senso anche le luci che passano da toni caldi a toni freddi lentamente, seguendo il flusso dei pensieri e delle musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio.

Ashes- ceneri Muta Imago, ph Claudia Pajewski

Un tempo che passa e che ogni volta sembra ripetersi uguale a se stesso. Cambiano le epoche ma non gli interrogativi degli esseri umani. Cechov, seppur lontano dai nostri giorni, in realtà è più contemporaneo che mai; i suoi personaggi siamo  ancora noi, bisognosi di futuro ma nostalgici di un passato che non tornerà più.
La bellezza di questo spettacolo è proprio il tentativo di afferrare quella nostalgia e trovare una risposta a ogni domanda. Risposte che gli attori sembrano voler trovare attraverso l’uso magistrale dalle loro voci che, insieme ad accennati movimenti del corpo – ora piccoli ora grandi – risuonano nella sala e penetrano ogni singolo angolo del nostro corpo.
La capacità è avere un solo strumento con cui esprimersi e donargli luce e colore tanto da non sembrare solo quattro sul palco ma mille. Attraverso cambi, sovrapposizioni, suoni astratti e quasi ancestrali, gli interpreti hanno cercato incessantemente una soluzione di continuità nei confronti di quel tempo e di quell’universo che ci fa ancora chiedere: “Cosa sono venuta a fare qui”?.

ASHES- CENERI
drammaturgia e regia Riccardo Fazi
con Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli
musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio
occhio esterno Claudia Sorace
luci Maria Elena Fusacchia
amministrazione, organizzazione e produzione Grazia Sgueglia, Silvia Parlani, Valentina Bertolino
produzione esecutiva Index Muta Imago
con il supporto di MIC
Ashes è presentato a Short Theatre 2022 con il sostegno di Fondazione Alta Mane Italia
ph. Joanna Piotrowska

Roma, Short Theatre 2022 | 11 settembre, La Pelanda Teatro 1

* PRIMAVERA PAC è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture in collaborazione con docenti e università italiane per permettere la formazione di nuove generazioni attive nella critica dei linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac accoglie sul sito le recensioni di questi giovani scrittori seguendone la formazione e il percorso di crescita nella pratica della scrittura critica.